Adam Kovacs, ambasciatore d’Ungheria in Italia, ha rivolto una lettera alla redazione del Giornale, nella quale ci ha tenuto a parlare del caso Ilaria Salis, sul quale “una parte significativa [della stampa italiana] ne ha dato una rappresentazione particolarmente distorta e sproporzionata“. Sono, dunque, secondo l’ambasciatore, doverose, se non “necessarie” alcune considerazioni fini a “ristabilire la verità dei fatti”.



L’ambasciatore d’Ungheria ci tiene, tuttavia, parlando di Ilaria Salis, ad evitare di entrare nel merito “del caso giudiziario e delle condizioni carcerarie dei nostri due Paesi”, rimane certo che “si è parlato poco e male in merito ai fatti accaduti e alla condotta” dell’attivista milanese. La ragazza, infatti, “secondo le prove raccolte dalle autorità ungheresi” sembra far parte di un network di attivisti appartenenti a organizzazioni estremiste [che] si è mobilitato con lo scopo premeditato di prendere di mira esponenti di estrema destra“, scelti solamente “in base al loro abbigliamento”. Lo scopo del network di cui Ilaria Salis farebbe parte, spiega l’ambasciatore d’Ungheria, era quello di “causare loro lesioni fisiche e psicologiche talmente gravi da dissuaderli dalle loro convinzioni ideologiche”.



L’ambasciatore d’Ungheria: “Ilaria Salis accusata di reati gravissimi”

La condotta in Ungheria della presunta Ilaria Salis, e più in generale degli attivisti, spiega l’ambasciatore, “è assolutamente illecita con atti di aggressione ai danni di soggetti di presunta opposta matrice ideologica, con conseguenti gravi lesioni agli stessi e tutto secondo una attenta e studiata regia”. Tematiche, queste, che saranno affrontate nelle dovute sedi, ovvero i tribunali ungheresi, e con le modalità che l’autorità riterrà più opportune.

Comunque, continua l’ambasciatore d’Ungheria, al di là della colpevolezza si Ilaria Salis, “ritengo che la palese tendenza a sminuire questi episodi gravissimi e di presentarli, in modo manipolativo, come una semplice ‘rissa tra manifestanti’, sia piuttosto preoccupante”. Atti chiaramente “considerati gravissimi dalla nostra legislazione”, con una Costituzione che “esclude l’uso della violenza come strumento del confronto politico“. L’ambasciatore Ungherese, insomma, sul caso Ilario Salis, ci tiene a sottolinare che “la violenza, l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni con aggressione non può mai essere riconosciuta come un valore democratico”, così come “il contrasto al pericolo fascista non può giustificare i comportamenti di cui è accusata e, in Patria, già condannata in altre occasioni” l’attivista.