Dovrà rispondere del reato di omicidio Abdelmjid El Biti, il marito 50enne di Suad Allou, la giovane 29enne di origini marocchine scomparsa in circostanze mai chiarite la notte tra il 3 ed il 4 giugno dello scorso anno. Ne dà notizia oggi il Corriere della Sera nell’edizione locale, spiegando come la prima udienza in programma è fissata per il prossimo 11 settembre. La donna, madre di due bimbi piccoli, fece perdere le tracce misteriosamente ma dal giorno della sparizione non vi fu più alcun contatto né fu mai trovato il suo cadavere. Tuttavia, gli inquirenti posarono subito la loro attenzione proprio sul marito il quale sarebbe stato incastrato dalle telecamere installate all’esterno dell’abitazione della donna. Abdelmjid El Biti fu immortalato mentre trascinava in auto un grosso sacco di colore nero. Per gli investigatori al suo interno vi era esattamente il cadavere della 29enne. Anche il giudice, lo scorso giugno, non ebbe alcun dubbio sulle sorti della donna scomparsa: “È assolutamente certo che Souad Alloumi non si sia volontariamente allontanata senza lasciare traccia nella propria abitazione nella notte tra il 3 e il 4 giugno”. Lo scrisse il gip Lorenzo Benini, nel provvedimento con cui motivava la convalida del fermo dell’ex marito Abdelmjid El Biti con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere.



SUAD ALLOU, MARITO A PROCESSO PER OMICIDIO: INCASTRATO DALLE TELECAMERE

Durante l’interrogatorio di convalida. il marito di Suad Allou rimase in silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere. Eppure al pm, 24 ore prima aveva ribadito: “Non l’ho uccisa, non le ho fatto niente. E non ne so nulla di questa storia”. La donna era scomparsa senza portare con sé gli effetti personali – salvo il telefonino ed il portafoglio – ma lasciando a casa le chiavi dell’abitazione e soprattutto i figli di 9 e 3 anni. Tuttavia, ad incastrare il 50enne ci sarebbero proprio le telecamere che mostrano la 29enne entrare in casa alle 23.32 e, pochi minuti dopo, seguita dal marito con i due bambini. Da lì però, la donna non sarebbe più passata e quella rappresentava la sola uscita possibile. Contro il padre anche il racconto della figlioletta che, sentita in audizione protetta riferì le continue liti tra mamma e papà “a voce alta e arrabbiata”. Inoltre per il giudice, sempre secondo le parole della bimba, quel gesto potrebbe essere stato premeditato dal momento che “recandosi quella sera dalla madre, il padre l’aveva avvertita di stare attenta, perché mamma poteva andare da qualche parte lasciandoli a casa da soli”. Ora sarà un processo a stabilire quanto accaduto.

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