SUD COREA, PRESIDENTE YOON SOTTO INCHIESTA

Insurrezione e abuso di potere: sono queste le accuse contro Yoon Suk-yeol, il presidente della Corea del Sud che martedì sera ha proclamato la legge marziale. Lo ha reso noto l’Alta procura del Sud Corea, ufficializzando che è sotto inchiesta.

Il capo dell’unità investigativa speciale Park Se-hyun ha fatto riferimento alle numerose denunce presentate, ma non ha risposto alla domanda sul possibile mandato di arresto, spiegando di non poter “rivelare dettagli specifici sui piani investigativi in questa fase“. Nel frattempo, il partito democratico, che rappresenta la principale forza di opposizione sudcoreana, dopo il mancato impeachment, proverà a rimettere sotto accusa il presidente il 14 dicembre.



Il leader Lee Jae-myung lo ha indicato come il “principale colpevole dell’insurrezione e del colpo di stato militare che hanno distrutto l’ordine costituzionale” del Paese, motivo per il quale ritiene che debba dimettersi subito o essere messo sotto accusa senza indugi. Quindi, dopo la bocciatura parlamentare della mozione di impeachment, il partito “metterà sotto accusa Yoon in nome del popolo“.



LE ACCUSE DELL’OPPOSIZIONE E L’ARRESTO DELL’EX MINISTRO DELLA DIFESA

Lee Jae-myung, intervenuto in una conferenza stampa al Parlamento sudcoreano, ha accusato il People Power Party, il partito al governo, e il premier Han Duck-soo di voler “distruggere l’ordine costituzionale” e li ha definiti “complici del tradimento commesso” proclamando la legge marziale, poi rimossa sei ore dopo in seguito alla bocciatura del Parlamento.

Stando a quanto riportato dal Financial Times, che cita gli alleati del presidente insistono sul fatto che l’intenzione era solo quella di mettere in scena un atto spettacolare di teatro politico, inviando un messaggio ai legislatori dell’opposizione che avrebbero paralizzato la capacità di funzionamento dello Stato con una raffica di mozioni di impeachment contro i suoi alti funzionari, ma secondo le testimonianze di alti funzionari della difesa e di membri del suo stesso partito, le intenzioni di Yoon erano ben diverse.



Si dice che abbia dispiegato truppe d’élite all’Assemblea nazionale con l’ordine esplicito di arrestare i legislatori prima che potessero votare per respingere il suo decreto di legge marziale.

GOVERNO SUD COREA NEL CAOS

Il governo sudcoreano ora è nel caos, tra dimissioni e accuse incrociate. Ad esempio, si è tirato fuori il ministro dell’Interno Lee Sang-min, che nella sua lettera di dimissioni ha ammesso la sua “responsabilità per non aver servito bene il popolo né il presidente“.

L’ex ministro della Difesa Kim Yong-hyun, che ha proposto la proclamazione della legge marziale al presidente Yoon Suk-yeol, è stato arrestato, secondo quanto riportato dai media locali, dopo che gli era stato imposto già un divieto di viaggio, ma l’ufficio del procuratore non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito.