Due buone notizie affondano le radici a Salerno e sono in qualche modo correlate. La prima riguarda l’iniziativa assunta dalla neoministra per il Mezzogiorno Mara Carfagna che ha una volta e per tutte (si spera) ribadito che il Sud si risolleva soltanto all’interno di politiche europee e nazionali coerenti con l’obiettivo di ridurre i divari con il Nord a beneficio dell’intero Paese. Un’affermazione e un programma di governo che ha avuto il suggello del Premier Mario Draghi e del responsabile dell’Economia Daniele Franco.
In rapida successione, la ministra ha chiuso un accordo con il collega alla Pubblica amministrazione Renato Brunetta per assumere nei ranghi di regioni e comuni meridionali 2.800 giovani tra progettisti, ingegneri, tecnici di materie giuridico-amministrative, esperti di gestione e analisi dei dati, per mettere in una macchina burocratica praticamente ferma il carburante che serve a farla ripartire nella direzione indicata dal Next Generation Eu.
Due azioni coraggiose e non scontate, la seconda delle quali addirittura in continuità con quanto predisposto dal predecessore Giuseppe Provenzano il cui lavoro – da molti apprezzato – non è andato disperso come troppe volte accade. E questo nonostante la distanza di parte tra i due esponenti politici essendo l’una dirigente in ascesa di Forza Italia e l’altro vicesegretario (con Enrico Letta) del Pd. Una prova di stile e concretezza che vale la pena rimarcare.
E passiamo al secondo caso. Se il Piano nazionale di ripresa e resilienza avesse le sembianze di un’impresa sarebbero quelle delle Arti Grafiche Boccia. L’azienda dell’ex Presidente di Confindustria Vincenzo – fondata dal padre Orazio nel 1961 e condotta assieme al fratello Maurizio – invece che lasciarsi condizionare dalla pandemia o farsi scoraggiare dalla crisi di mercato (la stampa non sta conoscendo il suo momento migliore) arriva ai suoi 60 anni con un carniere pieno di progetti.
Progetti industriali e culturali, com’è nel Dna di una comunità dove si lavora e produce alla ricerca di soluzioni sempre nuove (per non perdere capacità competitiva) e dove all’impegno profuso all’interno della fabbrica si accompagna una volontà di proposta che varca i suoi confini per parlare alla società. Nasce così la doppia intuizione di rendere tutti Numeri 1 all’interno dello stabilimento e di avventurarsi insieme oltre l’economia circolare.
Due messaggi forti, che danno fiducia in un frangente complicato. Il primo parla a dipendenti e collaboratori che già da qualche settimana indossano una fiammante tuta rossa, al posto della classica azzurra, su cui spicca per tutti il numero 1 accanto al proprio nome. L’azienda è fatta di macchine ma soprattutto di uomini e donne che quelle macchine devono saper guidare con sapienza. E, come nella Formula 1, l’intero team è responsabile della prestazione.
Il secondo si rivolge all’intelligenza e alla curiosità delle persone e dimostra che si può essere creativi anche in un settore tradizionale come quello della carta che ben conosce le attività riciclo e riuso. Ora il materiale di scarto acquista nuova vita e valore trasformandosi in opera d’arte grazie all’impegno del maestro Vincenzo Vavuso a cui è affidato il compito di allestire un laboratorio e uno spazio espositivo aperto al godimento della città.
Pitture e sculture affidate all’estro degli artisti che vorranno cimentarsi nella prova faranno compagnia alle vecchie e gloriose attrezzature di stampa e composizione che diedero impulso, sessant’anni fa, all’avventura imprenditoriale della famiglia Boccia. Che, avendo conosciuto gli alti e i bassi della fortuna, ha imparato a non esaltarsi nelle vittorie e a non avvilirsi nelle sconfitte cercando sempre nuovi stimoli per andare avanti.
Resilienza e capacità di ripresa di un’azienda che diventa metafora del formidabile apparato industriale del Paese, capace di superare le sfide più difficili sollevandosi dalla polvere come all’indomani della Seconda guerra mondiale. Con quello stesso spirito, le Arti Grafiche decidono che questo è tempo d’investire. E ammodernano il parco delle rotative mentre allargano lo spettro dei prodotti offerti a clienti internazionali sempre più esigenti.
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