Olanda-Giappone dopo un primo tempo di rara bruttezza ha un sussulto. E’ il gol di Wesley Sneijder con un tiro da fuori in mezzo a un’area intasatissima che complice un intervento a dir poco goffo del portiere giapponese termina in rete.

Dicevamo che Olanda-Giappone era fino a quel momento stata una partita brutta: di più, di una noia tale che sembrava un peccato giocarla in uno dei più begli stadi del continente africano.



L’Olanda comanda il gioco ed arriva ad avere anche il 79% di possesso palla ma la manovra è lenta e prevedibile e il Giappone si chiude con ordine lottando su ogni pallone e cercando in contropiede qualche sortita offensiva.

Sneijder fino al gol è stato chiuso bene da Abe che non gli ha lasciato spazio e la mozzando la manovra Orange dalla tre quarti in su. Le fasce latitano, Van del Vaart a sinistra non incide, Kuyt dall’altra fa un gran lavoro ma non riesce a sfondare. Nel secondo tempo potrebbero essere decisivi gli inserimenti di Elia, ottimo contro la Danimarca, Babel o magari anche il convalescente Robben per dare vivacità all’azione e pericolosità al gioco sulle fasce.



Il Giappone, come detto aspetta nella sua metà campo senza lasciare varchi alla manovra avversaria, ma ora i ragazzi del sol levante sono costretti a fare qualcosa di più. Rispetto all’harakiri che abbiamo visto.

 

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