L’Italia colpita a freddo dal gol di Smeltz al settimo, si è subito messa a giocare con intensità, ma con una manovra comunque piuttosto ordinata. I progressi nella fluidità del gioco e nel rimo si vedono per la squadra di Lippi, ma l’imperativo rimane vincere e fare i conti a fine gara con le disamine tecniche. Italia-Nuova Zelanda è partita in salita, ma gli azzurri stanno riuscendo a interpretare bene la partita.



I ragazzi di Lippi hanno attaccato con grande generosità cercando più volte di portarsi al tiro o di entrare in area saltando la linea difensiva neozelandese, molto potente fisicamente.

I primi squilli sono stati di Chiellini (tocco sottomisura che non inquadra la porta) e di Zambrotta (ottimo inserimento con tiro a incrociare che termina di poco alto sulla traversa). La Nuova Zelanda non fa nulla, l’Italia prova ad aumentare l’intensità di gioco con un Pepe indemoniato, uno Zambrotta di cui oggi davvero capiamo l’utilità di convocarlo in nazionale e un Montolivo ispirato che al 27′ coglia il palo con un numero dei suoi: una rasoiata dalla distanza che impatta alla base del legno. Sfortunato il giocatore viola. Poi è arrivato il rigore di Iaquinta per fallo su De Rossi: esecuzione impeccabile, e pareggio.



Tra tutti, l’azzurro più in ombra – tolto il solito Gilardino – ci pare Marchisio, non sta rendendo molto da esterno e forse Lippi in questo secondo tempo cercherà di trovare una soluzione più adatta inserendo Camoranesi o il tanto invocato Di Natale. Tutto sommato una buona Italia, contro un avversario che le sta provando tutte e gioca in modo molto muscolare, sopo essere passato in vantaggio con un gol in fuorigioco, ma che a onor del vero era davvero difficilissimo da giudicare correttamente.

 

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