Tutto secondo pronostico, gli ottavi di finale non regalano sorprese di sorta. L’unica è rappresentata non tanto dalla vittoria quanto, piuttosto, dalla larghezza dei termini con cui la Germania ha liquidato l’Inghilterra. Era – sulla carta – la sfida più equilibrata, i fatti hanno invece smentito le previsioni, mettendo la parola fine su un’intera generazione di giocatori che sono stati grandi in Premier League ma non sono stati tali sul piano internazionale. Impressionano e convincono i ragazzi terribili di Joachim Loew. Entusiasma soprattutto Mesut Ozil, talento che in Germania hanno curato con attenzione. A dimostrazione che, se si lavora programmando, i risultati alla fine premiano (e questo dovrebbe essere uno spunto da cui non potrà prescindere la Figc nel rapporto con Cesare Prandelli). Ozil poi, da parte sua, cura con attenzione il proprio futuro: non ha rinnovato il contratto con il Werder, che scadrà nel 2011, e oggi il fantasista di origine turca è uno degli uomini che stanno movimentando il mercato europeo, complice l’eccellente rendimento mondiale.



Germania che darà vita con l’Argentina al quarto di finale che si prospetta più combattuto e di difficile interpretazione, ideale rivincita per i sudamericani che – quattro anni fa – vennero cacciati proprio dai tedeschi a questo punto della manifestazione. Diego Maradona dispone di un attacco formidabile, dove il solo Leo Messi deve ancora trovare il gol. Non ha elementi altrettanto convincenti in difesa e proprio qui potrebbe risolversi il confronto.



Di alto profilo sarà anche Olanda-Brasile. Gli orange continuano a non convincere sul piano del gioco ma, in quanto a efficacia, non sono secondi a nessuno. E, attenzione, hanno ritrovato Arjen Robben: pochi minuti contro la Costa d’Avorio e subito un terrificante palo; titolare contro la Slovacchia ed ecco la rete decisiva. Può essere l’uomo con cui scardinare un Brasile che assomiglia sempre più all’Inter di Josè Mourinho: guardate la differenza di centimetri che può mettere in area sulle palle inattive e se in attacco non sfavilla come certe versioni del passato, ha sempre l’abilità di concretizzare anche il non molto che costruisce. In Spagna-Paraguay il destino sembra scritto: la squadra di Vicente Del Bosque sta crescendo passo dopo passo in autostima, basti vedere come ha regolato una controparte ostile come il Portogallo. In più David Villa ha intrapreso la strada del gol che tutti si aspettavano. Resta Uruguay-Ghana e qui è davvero difficile intuire come andrà a finire: ma alla squadra africana si prospetta un appuntamento imperdibile con la storia, sarebbe deleterio mancarlo proprio al primo Mondiale organizzato nella sua terra.

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