Finita la prima fase del Mondiale, con gli ottavi di finale in corso, l’attenzione di general manager, scout e procuratori di tutto il mondo verte su quei giocatori che si sono messi particolarmente in luce in queste prime settimane sudafricane; tutti cercano il nuovo Zidane, il nuovo Nedved, il nuovo Kakà. Tralasciando gli Higuain e i Messi ma anche i Muller e gli Ozil, nomi già affermati nel panorama calcistico mondiale, proviamo a stilare un’ideale formazione dei calciatori ancora sconosciuti (o quasi) che hanno impressionato. Consigli per gli acquisti, come si diceva un tempo.
1. EDUARDO – portiere (Portogallo) Per fargli gol c’è voluto il cecchino Villa, peraltro in fuorigioco. Gran mondiale: sempre attento nelle uscite, sicuro, ha parato tutto quello che gli è capitato davanti. Strano destino, il suo: a 28 anni non ha mai giocato nelle tre grandi portoghesi. Le sue prestazioni se le gode lo Sporting Braga, in attesa che qualche club più titolato lo noti. Ha anche grande carattere: era lui a cantare l’inno a squarciagola e caricare i compagni.
2. CHA-DU-RI – difensore (Corea Del Sud) 30enne del Friburgo, laterale destro della Corea del Sud che non ha ripetuto i fasti del 2002 ma ci è andata vicino. I coreani, ancora influenzati dal gran lavoro tattico di Hiddink, hanno praticato un calcio piacevole e ordinato, e contro l’Uruguay avrebbero meritato miglior sorte. Cha-Du-Ri si è messo in luce per la grande spinta sulla fascia e la pulizia difensiva, sfiorando il gol in più occasioni. Non è più giovanissimo, anzi, ma potrebbe ancora strappare un buon contratto.
3. DIEGO GODIN – difensore (Uruguay) Gli appassionati della Liga spagnola lo conoscono già: gioca nel Villarreal. Il centrale uruguayano, 24 anni, sta giocando un mondiale impeccabile: in coppia con Lugano non fa passare niente, prova ne è il fatto che l’Uruguay fin qui ha subito un solo gol. Insuperabile nei palloni alti, fortissimo sull’anticipo. Ne sentiremo parlare ancora, magari perchè qualche grande sceglierà di puntare su di lui.
4. STEVE VON BERGEN – difensore (Svizzera) E’ subentrato a Senderos contro la Spagna e non ha sbagliato un intervento. Non più giovanissimo (27 anni), difensore centrale pulito e ordinato, la difesa la comanda Grichting (altro interessante, ma ha 31 anni), ma lui, sul centrosinistra, ha impressionato, uno dei segreti della grande difesa svizzera che ha infranto il record di imbattibilità che apparteneva all’Italia.
5. FABIO COENTRÃO – difensore (Portogallo) 22enne esterno sinistro del Benfica. Nella prima partita contro la Costa d’Avorio si è limitato alla fase difensiva e, dalla sua parte, i vari Kalou, Dindane e Gervinho sono sempre stati rimandati al mittente. Contro la Corea (test poco attendibile soprattutto nel secondo tempo, ma tant’è) si è proposto in attacco: arriva sul fondo con facilità e la mette in mezzo. Suo il cross per il 3-0 di Hugo Almeida, ha anche sfiorato il gol. Anche contro la Spagna è stato il migliore dei suoi: si è fatto saltare solo una volta, da Sergio Ramos. Forse è la più fulgida rivelazione del Mondiale. Sulle sue tracce ci sono Juventus e Bayern Monaco: chi lo prende fa un affare.
6. ANDRE’ AYEW – centrocampista (Ghana) Ala del Ghana-sensazione. Famoso per essere il figlio di quell’Abedi Pelé che abbiamo visto in Italia con la maglia del Torino. Esterno offensivo che spinge molto e sa saltare l’uomo, a gennaio è stato vicinissimo al Livorno, che l’aveva quasi preso per un milione di euro: adesso, ne siamo certi, per strapparlo al Marsiglia Come riserva in questo ruolo vado con LEO BERTOS (Nuova Zelanda): intendiamoci, non è un fenomeno, ma il 30enne mezzo maori mezzo romeno ha messo in difficoltà Criscito, che contro di lui è andato sotto fisicamente e se l’è fatto andar via in più di un’occasione.
7. DIEGO PEREZ – centrocampista (Uruguay) Gioca nel Monaco da sei stagioni, ha 30 anni: potrebbe essere l’ultima occasione per un campionato più entusiasmante e di livello superiore. Centrocampista di rottura, come li chiamavano un tempo: contro il Sudafrica una diga davanti alla difesa, ha recuperato centinaia di palloni senza mai sbagliare. Non ha piedi raffinati e non sarà mai un regista, nè di certo gli è chiesto questo. Se volessimo un regista nella nostra "nazionale" propenderei per YASUHITO ENDO (Giappone), organizzatore della manovra dei "Blue Samurai", piedi buoni e discreta visione di gioco, batte tutte le punizioni e in campo ha mostrato, per dirla con Bergomi, "una buona personalità".
8. ELJERO ELIA – centrocampista (Amburgo) Ormai ben noto agli addetti ai lavori. Delneri ha dato incarico a Marotta di trattare: costa 18 milioni, ma l’Amburgo accetta contropartite: si parla di Poulsen e Grygera. L’anno scorso i tedeschi l’hanno pagato 7 milioni… ala sinistra, dribbling ubriacante, velocità non indifferente, punta sempre l’uomo, altamente offensivo, segna anche con discreta continuità. L’ennesima ala olandese, discende da Vanenburg, Overmars e Zenden, dei tre ricorda soprattutto il secondo per la capacità di progressione e dribbling.
9. PABLO BARRERA – attaccante (Messico) Non parte titolare: del resto, con Giovani e Vela sulle corsie d’attacco la concorrenza è serrata. Ma contro la Francia l’infortunio di Vela gli ha dato una chance. Ha cambiato la gara: rigore procurato a parte, le sue accelerazioni e i suoi movimenti in profondità senza palla hanno messo in crisi Evra e Abidal. Classica mezzapunta esterna veloce e tecnica, con un buon tiro. Il difetto: è troppo innamorato del dribbling. Nelle ultime ore è stato accostato al Bologna.
10. ROBERT VITTEK – attaccante (Slovacchia) Non sarà bellissimo da vedere, ma è l’attaccante che è mancato, per esempio, all’Italia. Lotta, sgomita, protegge palla, ha senso della posizione, si inserisce e appena vede la porta calcia. La Slovacchia torna a casa con onore, dopo aver raggiunto gli ottavi alla prima partecipazione assoluta in un Mondiale; Vittek è il terminale perfetto di questa Nazionale, 4 gol portano la sua firma. Ha un passato su buoni livelli nel Norimberga ma oggi gioca in Turchia: a 28 anni, cioè nel pieno della maturazione, può e deve aspirare ad altri lidi.
11. LUIS SUAREZ – attaccante (Uruguay) Già famoso in Europa, lo voleva anche Ferguson che poi ha ripiegato sull’ottimo JAVIER HERNANDEZ (Messico), però ancora giovanissimo e gioca sempre in Olanda, non certo un campionato di prim’ordine. Arrivato al Mondiale con 49 gol stagionali in saccoccia, ha bucato l’esordio, ma contro il Sudafrica è tornato lui, ripetendosi contro la Corea: doppietta che vale i quarti di finale per la sua Nazionale. Vede la porta come pochi, sa puntare e dribblare, tecnicamente è validissimo (bellissimo assist per il 3-0 di Pereira nel match contro il Sudafrica), il suo core business sono i gol ma ha dimostrato di essere utile, e non poco, anche come uomo da ultimo passaggio e scardina difese per gli inserimenti dei compagni.
Ecco quindi la formazione (4-3-3):
Eduardo (Portogallo)
Cha-Du-Ri (Corea del Sud)
Godin (Uruguay)
Von Bergen (Svizzera)
Fabio Coentrão (Portogallo)
Ayew (Ghana) Diego Perez (Uruguay)
Elia (Olanda)
Barrera (Messico)
Vittek (Slovacchia)
Suarez (Uruguay)
LA PANCHINA : in porta DIEGO BENAGLIO (Svizzera), che ha portato a compimento il record di imbattibilità iniziato da Zuberbuhler nel 2006, e VINCENT ENYEAMA (Nigeria), autore di parate da urlo contro Argentina e Grecia; in difesa GREGORY VAN DER WIEL (Olanda), talentuoso laterale destro dell’Ajax già sul taccuino di mezza Europa, e JOHN MENSAH (Ghana), un passato in Italia, diga del sorprendente Ghana che si giocherà le semifinali. A centrocampo VALDIVIA (Cile), talento cristallino, chiamato El Mago in patria, playmaker avanzato del Cile Maravilla, e RAUL MEIRELES (Portogallo), centrocampista avanzato del Porto che ha fatto meraviglie in queste due settimane. In attacco GYAN (Ghana), killer degli Stati Uniti con un passato in Italia (Udinese) e JAVIER HERNANDEZ (Messico), due gol in Sudafrica per il talentino che Sir Alex Ferguson con grande lungimiranza ha già portato alla sua corte di Manchester.
(Claudio Franceschini)