Quattro anni dopo, ancora un fallimento. Di nuovo ai quarti di finale, come accaduto in Germania. Il Brasile non riesce nuovamente a tener fede ai pronostici quando era unanimemente considerato il favorito al titolo, senza avversari. Perché, dicevano, questa squadra aveva imparato dai suoi errori di presunzione. E perché, aggiungevano, possedeva una mentalità europea, quella giusta per vincere la manifestazione. Niente di tutto questo. Sarebbe stata necessaria una Nazionale in grado di unire la poesia del 2006 al pragmatismo del 2010 ma così non è stato in quanto alla solidità della difesa non hanno fatto da contrappeso la fantasia e il genio in attacco, mai così carenti anche perché Kakà ha deciso di non liberarsi dagli impacci che ne hanno caratterizzato la stagione al Real Madrid.
Difficoltà in cui non ha avuto problemi ad affondare i colpi l’Olanda, una squadra che sa approfittare come poche delle distrazioni altrui. Esemplare come ha costruito l’impresa sulle amnesie di Felipe Melo, anch’egli – come Kakà – a riproporre i difetti evidenziati nella Juventus: disattenzione in area e cadute nel comportamento. Con la differenza, rispetto al Brasile, che la squadra di Van Marwijck ha campioni che hanno saputo fare in Sud Africa la differenza quando è stato loro richiesto. E ieri è stata nuovamente la volta dell’eccellente Wesley Sneijder che, se va avanti di questo passo, è pronto a trasformarsi da scarto del Real Madrid in Pallone d’oro del 2010. Olanda che si trova spianata la strada verso la finale, a meno che non si esibisca in atti di insano autolesionismo. L’avversaria sarà l’Uruguay, ostacolo tutt’altro che impressionante soprattutto se si tiene conto che si presenterà alla semifinale privo di Suarez, il suo uomo più in forma.
I sudamericani devono ringraziare la propria tenacia e la dabbenaggine del Ghana, che ha mandato sulla traversa al 121′ la possibilità di riscrivere la storia del calcio africano. Niente di tutto questo, dopo l’errore di Gyan, per l’ennesimo rimpianto di un continente intero che si era stretto intorno alla sua ultima superstite. Oggi si chiude il programma dei quarti e l’Europa ha la possibilità di rovesciare clamorosamente i rapporti di forza che avevano fatto pendere la bilancia a favore del Sud America negli ottavi.
La Spagna ha il compito in teoria più facile contro il Paraguay mentre Argentina-Germania è la rivincita (già polemica alla vigilia) del quarto di finale di quattro fa. C’è la possibilità di vedere tre rappresentanti del Vecchio Continente in semifinale e allora si potrà ragionevolmente sperare di spezzare la maledizione delle europee incapaci di vincere un Mondiale al di fuori dei propri confini.