ALLARME ONU SULLA GUERRA CIVILE IN SUDAN: “RISCHIO ESODO DI 800MILA PERSONE”

Nelle prossime settimane e mesi si rischia un esodo “storico” dal Sudan di quasi un milione di profughi: l’allarme viene dato dall’ONU in riferimento alla sanguinosa guerra civile esplosa lo scorso 15 aprile con il nuovo tentato golpe delle forze paramilitari del generale Hemedti (contro l’esercito nazionale guidato dal generale-Presidente Abdel Fattah al-Burhan, a sua volta in carica dopo il colpo di stato contro il dittatore Al Bashir nel 2019).



«Più di 800.000 persone potrebbero fuggire dal Sudan», lo ha detto l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), Filippo Grandi, nell’aggiornamento dato via Twitter sulla situazione drammatica in corso nel Paese africano. «Speriamo che non si arrivi a tanto – ha aggiunto sempre Grandi -, ma se le violenze non cesseranno, vedremo più persone costrette a fuggire dal Sudan in cerca di sicurezza».



SUDAN, ANCORA SCONTRI: A RISCHIO IL CESSATE IL FUOCO. APERTI NUOVI COLLOQUI

In Sudan cessate il fuoco si fa sempre più fragile dopo che sono ripresi gli scontri nella capitale Khartoum negli scorsi giorni: il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres si è detto pronto «ad inviare immediatamente il coordinatore per le emergenze e gli aiuti umanitari, Martin Griffiths,». Il rischio esodo resta però dirimente e già nelle ultime settimane migliaia di sudanesi sono già fuggiti verso i Paesi limitrofi, tra cui Egitto, Ciad, Repubblica Centrafricana, ma anche Somalia.

«Situazione senza precedenti», rileva ancora l’ONU con il portavoce Stephane Dujarric, «La portata e la velocità degli eventi in Sudan sono senza precedenti. Sono estremamente preoccupato, invito tutte le parti a proteggere i civili e a permettere loro di fuggire dai combattimenti». Mentre gli scontri continuano, contemporaneamente si alza una flebile speranza all’orizzonte: esercito e ribelli hanno deciso di inviare propri rappresentanti in Arabia Saudita per arrivare a un cessate il fuoco «stabile e affidabile». Lo comunica all’Associated Press il massimo funzionario delle Nazioni Unite in Sudan, Volker Perthes: «I colloqui sarebbero il primo importante segnale di progresso dallo scoppio dei combattimenti del 15 aprile tra l’esercito, guidato dal generale Abdel Fattah Burhan, e le RSF, guidate dal generale Mohammed Hamdan Dagalo», rileva Vatican News riportando dell’appoggio costante della Chiesa per una tregua permanente dopo i colloqui di pace tra le parti in conflitto.