Il piano di evacuazione di 200 italiani dal Sudan è pronto a partire. Lo ha disposto il Ministero della Difesa, la cui operazione avverrà con le stesse modalità di quella organizzata per l’evacuazione dall’Afghanistan, ma in questo caso riguarderà solo cittadini italiani. Così come accade per altri Paesi, l’evacuazione avverrà tramite il punto di raccolta a Gibuti, attraverso la rotta di Khartoum, con l’ausilio di velivoli militari. La situazione è delicata: da una settimana infuriano gli scontri tra l’esercito regolare e i paramilitari delle Forze di sostegno rapido (Rsf).



Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto sapere che «i primi 18-19 italiani che stavano effettuando una crociera hanno già raggiunto l’Egitto sani e salvi». Ma in Sudan restano «circa 130-150 connazionali che possono contare sulla massima assistenza della nostra ambasciata, determinante insieme a quella del Cairo nel dare supporto anche agli italiani appena arrivati in Egitto». Il ministro ha precisato che si sarebbe recato alla 46esima Brigata aerea di Pisa per ringraziare del lavoro svolto: «I velivoli che già sono presenti a Gibuti possono essere utili nelle prossime ore per mettere al sicuro gli italiani che attualmente si trovano in Sudan».



GUERRA CIVILE IN SUDAN, “ASSISTENZA PER EVACUAZIONE”

Il piano di evacuazione rientra nella tregua di 72 ore cominciata venerdì mattina per facilitare gli spostamenti dei civili. Infatti, il presidente Abdel Fattah al Burhan ha scritto su Twitter di aver «ricevuto telefonate dai leader di diversi Paesi con la richiesta di facilitare e garantire l’evacuazione» dal Sudan «dei loro cittadini e delle missioni diplomatiche» e «ha accettato di fornire l’assistenza necessaria a garantire» i trasferimenti. Il presidente prevede che le operazioni di trasferimento di tutte le missioni richieste inizino nelle prossime ore. Inoltre, ha precisato che Usa, Regno Unito, Francia e Cina trasferiranno i loro diplomatici e cittadini con aerei da trasporto militari che appartengono alle loro forze armate, da Khartoum. I sauditi sono stati invece trasferiti via terra a Port Sudan, da dove hanno lasciato il Paese in aereo. Stando a quanto riportato dall’AdnKronos, i cittadini italiani dovrebbero arrivare via terra dal Sudan al punto di raccolta di Gibuti, perché la maggior parte degli aeroporti sono inagibili. A Gibuti troveranno gli aerei militari pronti per l’operazione di evacuazione.

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