Questa sera, venerdì 6 marzo, a partire dalle ore 21.15 andrà in onda un film del 2015 che nel suo genere è già un piccolo classico e che attraverso un cast d’eccezione racconta la genesi, le battaglie e pure i successi del movimento delle donne inglesi che hanno dato vita alla fine del 1800 al primo moto per l’emancipazione femminile e chiedendo a gran voce il diritto al voto. “Suffragette” di Sarah Gavron, regista britannica alla sua terza prova dietro la macchina da presa (2015), è allo stesso tempo un film corale ma segue pure da vicino le vicende della ‘pasionaria’ (ma inizialmente ritratta come timida e dimessa) Maud Watts, interpretata da Carey Mulligan, dedita alla sua routinaria vita di mamma e madre oltre che di operaia. Ma ben presto la Storia, quella con la lettera maiuscola, fa irruzione nella sua quotidianità e l’eco delle proteste di tante donne per le strade della Londra del 1913 finiscono pian piano per coinvolgerla anche e soprattutto grazie all’arrivo nella fabbrica in cui lavora di Violet Miller (Anne-Marie Duff), una suffragetta tutta d’un pezzo che la conquisterà poco a poco tanto che Maud si ritroverà ben presto dall’altra parte della barricata mettendo in discussione quelle convenzioni sociali e quelle sicurezze famigliari che fino a poco tempo prima riteneva incrollabili.



“SUFFRAGETTE” DI SARAH GAVRON QUESTA SERA SU RAI3

Con un espediente molto in voga e che aiuta a contestualizzare i piccoli e grandi rivolgimenti storici, la Gavron si concentra sulla storia di Maud per farne un esempio universale di qualunque lotta per l’emancipazione delle donne e politica in generale, facendola diventare una delle protagoniste di eventi che duravano oramai da dieci anni ma che in quel periodo erano arrivati al loro culmine anche dal punto di vista dello scontro: come si ricorda, inoltre, la stessa parola “suffragette” nacque come una sorta di dispregiativo per tutte quelle donne suffragiste che per la prima volta osavano pure ribellarsi a mariti e compagni scendendo in strada con tanto di cartelli e fasce trasversali al petto. E nella pellicola l’acme dello scontro è raccontato pure in quel drammatico passaggio in cui la protesta divenne violenta e quindi espose le sue protagoniste in rosa anche a violente rappresaglie da parte degli oppositori e della stessa autorità costituita. Questo passaggio alla “età adulta” del loro movimento è peraltro ben rappresentato nel momento in cui Maud fallisce nel suo tentativo di mediazione pacifico con i Members of Parliament di Londra. È lì che una rabbia per secoli repressa esplode e il “bildungsroman” della protagonista si compie anche se, senza spoilerare nulla, sarà necessario il sacrificio di una delle protagoniste (con la morte che sublima una lotta politica diventata estrema e unica alternativa a quella che viene percepita oramai come una schiavitù) affinché, solo però alcuni anni dopo, il Parlamento conceda il diritto di voto. Un “Me Too” ante-litteram e… sociale, ma nel vero senso della parola.



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