La serie tv Sugar (Apple TV+) è in streaming dal 5 aprile e domani andrà online la quarta puntata. La cadenza è settimanale e in totale saranno otto episodi con durata media di cinquanta minuti. A mio avviso è la miglior serie mai realizzata di genere noir/thriller ambientata ai giorni nostri.
È la rivisitazione di un cinema in chiave moderna che ripesca a mani basse le figure degli investigatori privati Philip Marlowe e Sam Spade usciti dalla penna rispettivamente di Raymond Chandler e Dashiell Hammett. Si era all’inizio del 1930 e questi romanzi diedero vita al filone hard-boiled che ben presto fu trasportato in pellicola. Humprey Bogart interpretò entrambi gli investigatori.
La serie s’intitola Sugar, cognome di John, investigatore privato di Los Angeles, interpretato da un maestoso Colin Farrell, che non ha bisogno di presentare il suo curriculum professionale. Le differenze con i protagonisti dei romanzi e finora cinematografici sono abissali, è il loro contrario, ma al tempo stesso qui sta la novità e la genialata degli ideatori della serie.
John Sugar
È un bell’uomo, intelligente, colto, intuitivo, riflessivo, parla diverse lingue, vestito sempre in maniera impeccabile con tanto di gemelli, non è al verde, vive in un bungalow di lusso in un albergo, non è un ubriacone. Non porta la pistola, odia la violenza che utilizza solo in casi estremi, non approfitta delle donne, è solo. Un detective privato che si occupa esclusivamente di ritrovare persone scomparse ed è il numero 1 sulla piazza. Ha un occhio di riguardo per i deboli: aiuta un senzatetto a cambiare vita e un autista che ha problemi con la figlia malata. Non è un cinico, si definisce un buono.
Colin Farrell è bravissimo a impersonare il protagonista di Sugar, dove non c’è action o risse asiatiche alla John Wick. Tutta la sua capacità interpretativa viene alla luce, vi sono molte scene in primo piano o a mezzo busto in cui parla, ascolta, guarda, pensa e quando riflette è la sua voce che narra come trait d’union per il proseguo del film. Ha chiaramente un lato misterioso, di turbamenti e fragilità che si scoprirà nel prosieguo della serie.
Los Angeles
La serie Sugar non poteva che essere ambientata che nella città degli angeli, la vediamo di notte e di giorno, ma non in maniera eccessiva con inserti degli anni Quaranta in bianco e nero che ci richiamano al periodo in cui uscirono al cinema i film del filone hard-boiled. John Sugar ama il cinema e le vecchie pellicole come Il Grande sonno, Il mistero del falco e altre, che quando si rilassa appaiono in tv di quinta come contorno, ma vi sono anche spezzoni brevi che s’intrecciano nelle puntate, soprattutto quando pensa e si pone domande e lì c’è la battuta di Bogart, di Montgomery o Mitchum, protagonisti dei vecchi film.
Fotografia e regia
Le inquadrature sono ferme, sia quelle strette che quelle larghe, ma sono intense, ricercate, soprattutto nel contrasto dei colori. Fotografia stupenda. Essendo Sugar spesso in primo piano c’è un utilizzo delle luci eccezionale, sono calde e perfette per ricreare lo stato d’animo dell’interpretazione attoriale. I registi, Fernando Meirelles e Adam Arkin non sono star, il primo lo si conosce per The Two Popes (I due Papi) del 2019 mentre il secondo per un botto di serie tv made in Usa. Un voto comunque ottimo anche a loro.
Trama
John Sugar è chiamato da Jonathan Siegel (James Cromwell), anziano produttore cinematografico hollywoodiano: la giovane nipote Olivia è scomparsa da alcune settimane e non si hanno sue notizie. È stata per anni una tossicodipendente, si eclissava spesso ma cercava sempre il nonno. Sugar conosce il resto della famiglia, il padre di Olivia, Bernie Siegel, regista sfigato, e l’altro figlio David, attorucolo. E qui si entra in una saga familiare contorta.
La prima moglie di Bernie, madre di Olivia è morta, la seconda moglie Melania, da cui è separato, era come un amica per la figliastra. Ma tutti, a parte il nonno, secondo Sugar mentono, stanno con la bocca chiusa e cercano di depistarlo. Nel baule dell’auto della giovane Sugar trova un cadavere, è un malavitoso che era sulla scena di un crimine dove era sta uccisa una ragazza, amica di Olivia.
Si presentano poi dei malavitosi e la matassa s’ingarbuglia.
Si inizia a scoprire qualcosa del passato di Sugar e dell’appartenenza a un’organizzazione di ex spie che sono riunite in specie di club segreto, la Società Poliglotta Cosmopolita, presieduto dalla misteriosa Ruby che più volte ha consigliato al nostro detective di lasciar perdere il caso. Il mistero s’infittisce.
Godetevelo sino alla fine, buona visione.
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