Mentre in Italia rimane pressoché bloccata, l’inchiesta inglese sulla gestione del covid procede più o meno serrata e sembra giungere a qualche importante conclusione. Negli ultimi mesi, infatti, sono stati pubblicati sempre più file, documenti, deposizioni e studi precedentemente riservati e che lascerebbero intendere che alcune decisioni, forse, potrebbero essere state piuttosto avventate, oltre che motivate la ragioni quasi esclusivamente politiche.



L’ultimo capitolo dell’inchiesta sul covid nel Regno Unito riguarda la questione giovani, emersa con forza dalla pubblicazione del diario di Patrick Vallance, ex consigliere scientifico del primo ministro inglese dal 2018 al 2023. “La decisione di Nicola Sturgeon”, scriveva nel 2020 il consigliere riferendosi all’allora primo ministro scozzese, “di costringere i bambini delle scuole a indossare la mascherina è totalmente politica“. Secondo il consigliere, inoltre, “pochissimi bambini o adolescenti subiranno danni a lungo termine da Covid a causa della frequenza della scuola”, mentre erano ignote le conseguenze “derivanti dal non frequentare la scuola”. Similmente, secondo Vallance, anche l’idea di vaccinare i bambini per farli tornare in classe sarebbe stata motivata esclusivamente della politica, infrangendo i principi medici base di utilità, efficacia e sicurezza.



Come procede l’inchiesta covid nel Regno Unito

Insomma, dal diario di Vallance sono emersi alcuni dettagli, se non altro, utili per ricostruire, all’interno dell’apposita inchiesta, come e perché la gestione del covid, nel Regno Unito, sia stata molto raffazzonata ed imprecisa. Ignoto, così come in Italia, se qualcuno si troverà veramente mai a fronteggiare delle conseguenze per gli eventuali errori, anche se in molti vedono in queste inchieste solo un modo per restituire una sorta di giustizia ai tanti che hanno subito conseguenze dalle limitazioni o dai vaccini.

Nicola Sturgeon, commentando i diari di Vallance e l’inchiesta covid, ha ricordato che il suo unico obiettivo era “fare del mio meglio per far stare i cittadini al sicuro“. Visione, tuttavia, contraddetta dalla scoperta, durante l’inchiesta, del verbale di una riunione di gabinetto del 2020, in cui diversi ministri concordarono di “riavviare i lavori sull’indipendenza e sul refendum scozzese” per sfruttare “l’esperienza della crisi del coronavirus“.