Una sciagura con un alone di mistero che resta anche il giorno dopo di quanto successo a Venezia, con il Preside del Liceo Marco Polo – Vittore Pecchini – che è morto suicida alla vigilia dello sciopero organizzato contro di lui dagli studenti. Sabato scorso è stato ritrovato all’interno del suo camper il 57enne dirigente scolastico, agonizzante, non lontano dalla casa di famiglia: era preside di ben sette istituti nel Veneziano, tra cui il polo tecnico professionale Cini-Venier e il plesso liceale Marco Polo. Stando alle primissime informazioni raccolte dal Gazzettino, Pecchini si sarebbe suicidato ingerendo diversi farmaci, il tutto dopo aver avvisato la sua compagna con una telefonata drammatica e straziante: non ha lasciato però biglietti e neanche motivazioni particolare del suo folle gesto, al culmine di un ultimo periodo lavorativo che pare abbastanza complesso e delicato per quanto spiegato dagli stessi inquirenti. Post continui contro di lui da famiglie e studenti, accuse di “ipocrisia” e “inadeguatezza” ma anche “Il dirigente non solo non ha mostrato alcun interesse rispetto il confronto con insegnanti, studenti e genitori, ma ha mostrato uno spregio della democrazia che non lo rende in grado di dirigere questa scuola”, si legge nei tanti post del gruppo FB “Contro l’accorpamento delle classi al Liceo Marco Polo ”. «L’avete ucciso voi, avete sulla coscienza quest’uomo!», rilancia un’amica su Facebook scagliandosi contro i contestatori del preside di Venezia.



SUICIDA PRESIDE LICEO VENEZIA: I POSSIBILI MOTIVI

Molte contestazioni erano state mosse nei suoi confronti da parte di studenti, professori e genitori per la sua gestione delle scuole: erano stati gli studenti dell’istituto liceo classico, artistico e musicale Marco Polo in particolare a protestare contro Pecchini per la sua decisione di accorpare le classi del terzo e del quarto anno praticamente due mesi dopo la sua promozione al Marco Polo, il secondo liceo più antico di Venezia. In questo modo, spiegavano gli studenti scioperanti nelle scorse settimane, Pecchini avrebbe provocato una «un sovraffollamento di studenti in aule troppo piccole, con conseguenti rischi per la sicurezza». Non solo, secondo quanto riporta Il Post, contro il preside vi sarebbe anche la contestazione per un presunto conflitto d’interesse nella scelta «di destinare all’istituto Venier-Cini, sempre da lui diretto, le aule della scuola elementare XXV aprile, sull’isola di Sacca Fisola, e non più alle classi dell’indirizzo musicale del Marco Polo». «Siamo affranti dalla notizia», fanno sapere al Gazzettino i rappresentanti dello sciopero indetto contro Pecchini «Ci siamo confrontati con il professor Pecchini in modo trasparente e solo a livello istituzionale, perché avevamo come interlocutori il dirigente scolastico, l’ufficio territoriale e quello regionale. Il piano istituzionale non aveva nulla a che fare con quello umano e con quel rispetto, stima e considerazione che abbiamo sempre avuto nei confronti di Pecchini». Famigliari e amici fanno però fatica ad accettare la scelta del suicidio e in parte non credono alla versione degli inquirenti anche se in realtà non è stata disposta l’autopsia al momento da parte del giudice titolare delle indagini.

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