I suicidi forzati di donne abusate e molestate da mariti, fidanzati ed ex partner sono in aumento. In Francia sono stati registrati 759 casi di vittime e tentativi di suicidio solo nel 2022. Un tipo di reato spesso invisibile e difficile da provare, che spesso non si conclude con una condanna del colpevole, ma che fa parte del fenomeno dei femminicidi e ne rappresenta uno dei lati più pericolosi e nascosti. L’analisi del quotidiano Le Monde, parte dal racconto di uno di questi episodi, nel quale è particolarmente evidente la correlazione tra relazione tossica e tragico epilogo.



Odile Nasri, trovata priva di sensi sulla spiaggia di Mitre, il 1 gennaio 2021, da alcune persone che all’alba stavano ancora festeggiando il capodanno. La donna di 50 anni aveva deciso di fare l’ultima passeggiata dopo aver assunto un mix di farmaci. Poche ore dopo morì in ospedale a causa delle conseguenze dell’intossicazione e dell’ipotermia. La sorella della vittima ha ripercorso la storia d’amore che ha segnato profondamente la vita di Odile, fino a spingerla al suicidio.



Battaglia legale in Francia per il riconoscimento del reato di suicidio forzato

Fadila Nasri, insegnante 55enne ha raccontato al quotidiano Le Monde, come il suicidio di sua sorella Odile sia stato spinto da una relazione tossica nella quale la donna era stata costretta a restare a causa di minacce e intimidazioni da parte del partner. “Con mia sorella condividevamo tutto, feste, gite, studi . E poi ha incontrato lui, il suo ex marito. È lui che la rinchiuderà in una prigione machiavellica e tossica e che la isolerà da tutti“, e aggiunge: “Prima era una persona piena di vita, frizzante, sorridente e molto indipendente.



Mi sembra tutto così surreale“. Commentando anche l’atteggiamento del marito, che ha informato la famiglia solo un’ora dopo il decesso nonostante si trovasse in ospedale. Inoltre non aveva denunciato la scomparsa della moglie nonostante fossero passate 24 ore dal suo allontanamento senza dare notizie. Ora Fadila ha iniziato una battaglia legale per il riconoscimento del reato, e solo dopo tre mesi dalla sua denuncia è stata aperta la prima indagine giudiziaria in Francia per “suicidio forzato” .