C’è un elefante nella stanza che provoca ovvi danni ma di cui tutti fingono di non accorgersene. L’emergenza suicidi, nel mondo occidentale, si è fatta sempre più elevata da anni a questa parte. Una emergenza che si cerca di combattere, come è logico che sia, legata come è alla depressione, la malattia in assoluto più in aumento negli ultimi anni. Ma mentre si cerca di affrontare la problematica del suicidio, sempre più paesi occidentali abbracciano, sostengono e legalizzano il suicidio assistito, l’eutanasia. Ecco l’elefante. Nel momento in cui noi diciamo che togliersi la vita per cause come malattie terminali o altre è possibile, non stiamo anche dicendo che togliersi la vita è una cosa che ognuno ha diritto a fare? Si dirà: non incoraggeremo mai un depresso a togliersi la vita.



L’AUMENTO DEI SUICIDI E L’EUTANASIA

Non è vero: ci sono stati molti casi di persone depresse che si sono potute suicidare legalmente. Secondo un articolo pubblicato dalla rivista JAMA Psychiatry Fingere che i decessi per suicidio assistito non siano suicidi, come richiedono la maggior parte delle leggi, non li rende non suicidi”. Ci sono testimonianze ben documentate come quella resa dal dottor Alex Schadenberg: “Ho parlato con una donna che voleva un suicidio assistito”, ha dichiarato il direttore esecutivo della coalizione di prevenzione dell’eutanasia. “Era malata, depressa e sola e ha detto che non può più continuare a vivere. Voleva suicidarsi, ma disse che non aveva il coraggio di uccidersi, quindi voleva fare domanda per un suicidio assistito. Dati di una recente ricerca sostengono che legalizzare il suicidio assistito da parte di un medico è stato associato a un aumento totale dei suicidi del 6,3%.

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