Nell’era del Covid ci sono stati che vivono il dramma nel dramma, con aumento dei morti dovuti non solo al virus che sta tenendo il mondo intero col fiato sospeso da quasi due anni. Ne è esempio il Giappone, paese nel quale alcuni report ufficiali del governo segnalano l’aumento drastico dei suicidi tra i giovanissimi dai 6 ai 18 anni. Numeri allarmanti e agghiaccianti, con un picco del 31% in più nel 2020 rispetto all’anno precedente, con le cause da ricercare principalmente nella depressione causata dal primo lungo lockdown che ha colpito il paese nipponico.
Secondo quanto si legge nel report redatto dal ministero dell’Istruzione, citato dalla Cnn, nel 2020 in Giappone si è registrato il livello più alto di suicidi tra giovani dal 1974. Si tratta di 415 ragazzini che si sono tolti la vita lo scorso anno, giovani che non sono riusciti a superare i momenti duri della pandemia e della solitudine, sia fisica che emotiva. Analizzando i dati raccolti si può notare come il maggior numero di morti sia avvenuta nel mese di giugno e quando l’apprendimento in aula è ricominciato dopo una più breve pausa estiva.
Boom di suicidi tra giovanissimi in Giappone: “Dato allarmante”
Il report del ministero dell’Istruzione contiene i dati relativi all’anno scolastico 2020 nel quale si evincono i numeri e le età maggiormente colpite dai suicidi. Dei 415 denunciati 14 erano studenti delle scuole elementari, 136 delle scuole medie e 329 delle scuole superiori. Tra le tre categorie quelle ad aver subito un maggior aumento rispetto al 2019 è stata proprio quella dei più grandi, con 237 suicidi in più. Analizzando poi il sesso delle vittime di suicidio 191 sono stati maschi, 138 le femmine, con il dato di queste ultime raddoppiato rispetto al 2019.
“L’aumento dei suicidi è estremamente allarmante” ha detto all’emittente Nhk Eguchi Arichika, capo della divisione per gli affari dei bambini e degli studenti del ministero dell’Istruzione giapponese. Vari fattori avrebbero contribuito a questo fenomeno in aumento, come i problemi familiari, i cattivi risultati scolastici, le difficoltà nei rapporti con i coetanei e le malattie.