Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha varato nuove linee guida per contrastare il dramma dei suicidi in carcere. La circolare emanata prevede un «intervento continuo» tramite il quale Dap, Provveditorati regionali e istituti penitenziari sono tutti coinvolti in una prospettiva di rete «per la prevenzione delle condotte suicidarie delle persone detenute». Tale circolare, firmata dal capo del Dap Carlo Renoldi, è stata inviata oggi ai Provveditori e ai direttori degli istituti. L’obiettivo è quello di rinnovare, anche attraverso il coinvolgimento delle Autorità sanitarie locali (Asl), gli strumenti di intervento e le modalità di prevenzione di questo drammatico fenomeno che in questi mesi sta registrando un aumento rilevante rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.



Il provvedimento segue gli interventi attuati in passato dalla Direzione generale dei detenuti e del trattamento, ma le linee guida sono state individuate in una riunione dedicata al tema della prevenzione dei suicidi, alla presenza di Rendoli, del vice Carmelo Cantone, e a cui hanno partecipato anche il direttore generale del Dap, i Provveditori regionali e molti direttori di istituto. La circolare, dunque, definisce alcune aree di intervento che ogni istituto deve implementare, ma sono anche chiamati a verificare lo stato dei Piani regionali e locali di prevenzione, oltre che la loro conformità al “Piano nazionale per la prevenzione delle condotte suicidarie nel sistema penitenziario per adulti“.



LINEE GUIDA DAP CONTRO SUICIDI IN CARCERE

Gli staff multidisciplinari (direttore, comandante, educatore, medico e psicologo) svolgeranno in ogni istituto l’analisi congiunta delle situazioni a rischio per individuare protocolli operativi in grado di evidenziare “eventi sentinella“, cioè fatti o circostanze specifiche indicative di una condizione di marcato disagio del detenuto che, come si evince dalla circolare, «possono essere intercettati dai componenti dell’Ufficio matricola, dai funzionari giuridico-pedagogici, dal personale di Polizia Penitenziaria operante nei reparti detentivi, dagli assistenti volontari, dagli insegnanti» e rivelare rischi di un successivo eventuale gesto estremo.



Visto che in molti casi l’intento suicidario emerge quando la persona detenuta, nel corso della giornata, rimane da sola nella stanza di pernottamento, in particolare durante la permanenza all’aperto dei compagni di camera, si chiede «particolare attenzione alla Sorveglianza della Sezione nelle relative fasce orarie. Inoltre, sul piano operativo appare necessario che il Personale dell’Amministrazione sia sempre dotato di radio-ricetrasmittente, così come, in tutti gli istituti, anche quello dell’Area sanitaria, onde consentire il contatto immediato con la Sezione interessata». Infine, il capo del Dap invita i Provveditori a garantire una particolare attenzione alla formazione specifica del personale, tramite cicli di incontri a livello centrale e locale, destinati a tutti gli attori del processo di presa in carico delle persone detenute.