In Italia vi è un’emergenza che potrebbe presto diventare un problema e che richiede una qualche soluzione immediata e funzionale: i suicidi tra le forze dell’ordine. Se ne parla poco, anche perché è un argomento ancora molto stigmatizzato, ma dall’inizio del 2022, in appena 9 mesi, i suicidi tra le forze dell’ordine sono stati 50, mentre in tutto l’arco del 2020 e del 2021 erano stati 51 e 57. Il tutto in uno dei paesi, l’Italia, che vanta uno tra i tassi più bassi di mortalità per suicidio tra la popolazione sia a livello mondiale che europeo, secondo i dati riportati dall’Istituto Superiore della Sanità.



Un’emergenza, insomma, che tocca quella che a tutti gli effetti è una delle carriere più delicate e complesse, ma anche importanti. Eppure, si tratta anche di un fenomeno che non trova una concreta spiegazione, perché come evidenziano alcuni commentatori, all’interno delle altre professioni con un alto livello di stress (tra i quali i medici, che convivono ogni giorno con la malattia e la morte) non si evidenziano così tanti suicidi. Particolarmente prezioso sul tema dei suicidi tra le forze dell’ordine è l’intervento del dottor Marco Strano (Direttore del Dipartimento di Psicologia Militare e di Polizia dell’associazione sindacale di polizia UNARMA) rilasciato a Fanpage.



Suicidi tra le forze dell’ordine, Strano: “Elevato livello di angoscia”

Secondo il dottor Marco Strano ci sono alcune concause che potrebbero aiutare a dare una minima spiegazione al fenomeno dei suicidi tra le forze dell’ordine. Innanzitutto, “si tratta di un comparto con un elevato livello di angoscia legato non solo alla nostra attività professionale ma anche alla disorganizzazione che ostacola la vita familiare” delle persone in divisa. “È difficile organizzarsi per stare con i propri cari”, ma anche i “frequenti trasferimenti” non aiutano a rendere la vita familiare delle forze dell’ordine semplice.



Inoltre, negli ambienti militari persiste ancora un forte clima maschilista, che tende a schiacciare i disturbi e i problemi personali di chi indossa la divisa. “Si va incontro alla sospensione dal servizio e al demansionamento a ruoli non operativi” anche nel caso in cui si sia afflitti da “piccoli disturbi come uno stato d’ansia”, spiega Strano. Per anni lui dice di aver diretto degli specifici servizi interni di supporto psicologico, istituiti per contrastare il fenomeno dei suicidi tra le forze dell’ordine, ma “nessuno si è mai rivolto a me”. Si trattava, infatti, di “servizi concepiti non con l’intento di offrire sostegno, ma di individuare i soggetti fragili e allontanarli”.

Le gerarchie interne e l’ambiente tossico: altre concause dei suicidi tra le forze dell’ordine

Continuando nel suo intervento a Fanpage sui suicidi tra le forze dell’ordine, il dottor Strano ritiene anche che centrino “alcuni regolamenti” delle FdO “ancora oggi simili a quelli in uso nel 1800”. “I superiori”, spiega, “potevano tutto e i sottoposti non avevano nessuna possibilità di opporsi”, e “capita che i comandanti allontanino personaggi percepiti come scomodi”, alludendo a cause di natura psicologica. Questa, tra le altre, risulta essere una grossa fonte di angoscia per gli uomini e le donne dell’Arma, che preferiscono tacere i loro disturbi, piuttosto che perdere il lavoro.

All’interno delle caserme persistono alcune dinamiche tossiche, come sottolinea Monica Giorgi (presidentessa del Nuovo Sindacato Carabinieri) sempre a Fanpage, cercando una spiegazione al fenomeno dei suicidi tra le forze dell’ordine. Gli stereotipi di genere trovano terreno fertile tra le FdO e “delimitano confini molto precisi e rigidi entro i quali ogni persona deve rientrare per corrispondere alle aspettative” sul “vero maschio”, ed è importante sottolineare come, infatti, vi sia stato solamente un suicidio tra le donne in divisa. “Un ‘vero uomo’ deve saper comandare e non deve mai mostrare cedimenti. Vi è poco spazio per qualità come la sensibilità, l’emotività, l’empatia”, continua Giorgi.

Insomma, “chi è fragile non trova sponde” nel mondo militare, sostiene Federico Menichini (rappresentate del sindacato Associazione militare) al Fatto Quotidiano. Tuttavia, Menichini sostiene anche che “almeno la metà delle sigle (ndr: i sindacati) si sta raggruppando per affrontare e contrastare la questione suicidi tra le forze dell’ordine e per sensibilizzare le amministrazioni”, nella speranza di trovare presto una soluzione ad una questione che rischia di diventare veramente problematica.