I 18-24enni sono la categoria più a rischio di suicidio. Una indagine dichiarativa realizzata nel 2021 su un campione di quasi 30.000 persone, come riportato da Le Monde, ha messo in luce il deterioramento della salute mentale dei giovani di questa fascia, che spesso arrivano a pensare anche di togliersi la vita. La tendenza in questione è aumentata dal 3,3% al 7,2% in dieci anni. I dati sui più adulti invece sono rimasti costanti, con una media del 4,2%.
Gli esperti si sono interrogati sui motivi. La crisi ecologica, le guerre, i rischi sanitari e in generale la mancanza di prospettive sono tra quelli più comuni. È un groviglio di fattori difficile da scardinare. “Non potete immaginare fino a che punto i discorsi di disperazione e i messaggi fatalistici abbiano conseguenze, soprattutto in un’età in cui stiamo costruendo noi stessi”, ha affermato Charles-Edouard Notredame, psichiatra del Centro ospedaliero universitario (CHU) di Lille, che coordina la linea nazionale 3114 per la prevenzione del suicidio.
Suicidio, 18-24enni più a rischio: clima, salute e guerre tra i motivi, il fenomeno
I dati sul rischio di suicidio tra i 18-24enni trovano conferma anche nei fatti. Sempre tra i giovani adulti, i tentativi di suicidio dichiarati negli ultimi dodici mesi sono aumentati di oltre il 60% (dallo 0,7% del 2017 all’1,1% di questa fascia di età nel 2021); quelli nell’arco della vita del 50% nello stesso periodo (dal 6,1% al 9,2%). Il fenomeno è in costante crescita. Il numero di accessi al pronto soccorso per idee e gesti suicidi è stato infatti più elevato nel 2022 e nel 2023 rispetto al 2021.
Inizialmente si pensava che gran parte dei problemi fossero connessi al Covid-19, ma la pandemia non è stata sicuramente l’unica causa scatenante. Anche adesso che è un ricordo lontano, infatti, la domanda di cure psicologiche e psichiatriche, tra i giovani adulti e gli adolescenti, non si sta indebolendo. Il motivo sarebbe naturale. “È un momento di transizione, trasformazione, costruzione dell’identità e acquisizione dell’autonomia. Un momento in cui dobbiamo creare un sistema di legami, uscire di casa per andare verso il mondo esterno e farlo nostro. Un periodo di apprendimenti, scoperte, esperienze, ma anche dubbi, preoccupazioni, paure”, ha spiegato Marie Rose Moro, psichiatra infantile.