Il governo del Canada ha pubblicato il suo quarto rapporto annuale in merito ai casi di suicidio assistito. Durante il 2022 il 4.1 per cento di tutti i decessi del Paese americano è avvenuto sotto la formula del suicidio facilitato dallo stato, un numero che è cresciuto di quasi un punto percentuale rispetto al 2021. Inoltre, come specificato da TheBlaze, moltissime vittime non erano in fin di vita al momento della loro esecuzione. Ma cerchiamo di capire un po’ il contesto che ha permesso di arrivare ad un numero così drammatico di decessi assistiti. Nel 2015 la Corte Suprema canadese ha deciso all’unanimità di consentire ai medici di accompagnare i pazienti verso la morte, quindi nel giugno del 2016 il governo federale di Justin Trudeau ha approvato una legge ad hoc, legalizzando l’assistenza medica in caso di morte a livello nazionale.



Originariamente coloro che volessero sottoporsi a questa pratica dovevano avere almeno 18 anni e soffrire di una “condizione medica grave e irrimediabile” che causava loro “sofferenze fisiche o psicologiche durature che sono intollerabili”. Infine dovevano trovarsi in uno “stato avanzato di declino irreversibile”, con la morte che sarebbe in ogni caso sopraggiunta in futuro. Nel 2019 la svolta in negativo: un giudice della Corte Superiore del Quebec ha stabilito che anche le persone che soffrono ma che comunque non stanno per morire, hanno il diritto costituzionale di essere soppresse. Fu di fatto una decisione spartiacque visto che da allora le regole sono state decisamente allentate, consentendo anche a persone depresse, che soffrono di ansia o di disturbo da stress post-traumatico, (problemi da cui ovviamente si può guarire), di usufruire del suicidio assistito.



SUICIDIO ASSISTITO IN CANADA: CHI HA L’ALZHEIMER PUÒ CHIEDERE L’EUTANASIA ANNI PRIMA DELLA POSSIBILE MORTE

A giugno scorso il Quebec ha infine adottato una nuova legge che permette alle persone affette da “una malattia grave e incurabile, come l’Alzheimer”, di chiedere al governo di morire con anni di anticipo, e possono accedere all’eutanasia anche le persone con disabilità significative e persistenti, anche in luoghi diversi dagli ospedali.

Nel primo anno dell’introduzione della legge i canadesi che ricorsero all’eutanasia furono 1.108, che divennero più di 10.000 nel 2021, e 13.241 nel 2022, con una cresciuta in dodici mesi del 31.2 per cento. I casi maggiori si hanno in particolare nelle province della Columbia Britannica e del Quebec, rispettivamente il 6,6 e il 5,5 per cento sul totale dei morti. Inoltre, secondo il rapporto pubblicato dal governo, la morte non era “giusta” per 223 delle persone sottoposte ad eutanasia nel 2021, numero salito a 463 nel 2022.