Germania, la Bundestag era stata chiamata a votare le proposte di legge per regolamentare il suicidio assistito, come richiesto dalla Corte Costituzionale, ma anche da giuristi e teologi, per far fronte al vuoto normativo rimasto dopo l’abolizione del divieto nel 2020. I parlamentari però non hanno risposto all’appello di ieri, che chiedeva di esprimersi o a favore di un regolamento più stringente in materia o per una totale liberalizzazione, e nessun partito di fatto aveva dato chiare indicazioni di voto. Entrambe le sedute sono quindi rimaste senza una maggioranza.



Ora quello che preoccupa di più è la totale assenza di una posizione da parte del Governo, che può quindi lasciare spazio a varie interpretazioni. Due le principali soluzioni che erano state previste dal mondo politico, da una parte quella dei verdi e liberali di garantire libertà decisionale a pazienti, familiari e medici, rendendo la pratica del suicidio assistito simile alla procedura per l’interruzione volontaria di gravidanza. L’altra invece, presentata da cristiani democratici e social democratici, prevedeva un iter regolamentato con visite psichiatriche obbligatorie e un termine di 8 settimane, dato al personale medico e famiglia per decidere definitivamente sul fine vita.



Legge suicidio assistito Germania, il parlamento non raggiunge la maggioranza sul voto

In Germania, come sottolinea oggi il quotidiano L’Avvenire, dal 2020 non esiste attualmente una chiara legge sul suicidio assistito. Un vuoto che è rimasto dopo l’abolizione di una norma inserita nel codice penale, che ne vietava la pratica. La libertà era poi stata decisa dalla Corte Costituzionale in seguito ai numerosi ricorsi di medici e pazienti che si erano rivolti ai giudici per chiedere di poter decidere autonomamente, senza limiti al diritto, anche quando si tratta di scegliere di togliersi la vita. Per questo,  questa pratica è stata effettuata da 9215 persone solo nel 2021.



Così il mondo politico era stato chiamato in causa per votare le due principali proposte. Sebbene tutte e due le norme suggerite non abbiano ottenuto il voto di maggioranza, il parlamento resta diviso quasi a metà. Tra chi sostiene che una maggiore libertà di scelta, da garantire ai diretti interessati e chi invece vuole introdurre un iter specifico con alcune regole da seguire prima di prendere una decisione. I maggiori consensi al momento sembrebbero essere orientati verso una regolamentazione preventiva, a tutela della vita e della dignità della persona. Come più volte sottolineato negli appelli pubblici dal presidente della Conferenza Episcopale di Germania.