CHIESA SCOZIA: “SUICIDIO ASSISTITO PUÒ ESSERE USATO PER FAR RISPARMIARE NHS”

Se dovesse passare la legge sulla legalizzazione del suicidio assistito il rischio è che potrebbe essere “utilizzato” per far risparmiare il Servizio Sanitario Nazionale (NHS-National Health Service): l’allarme choc arriva dalla Scozia, formulato dal moderatore della Assemblea Generale della Chiesa scozzese, reverendo Dr. Iain Greenshields. Carte alla mano però il monito del prelato non appare come una “sparata” complottistica o giù di li: come infatti emerso più volte in diversi studi e opinioni negli anni passati, se il tentativo di consentire ai malati terminali di porre legalmente fine alla propria esistenza dovesse avere davvero successo in Scozia ecco che potrebbe cambiare definitivamente il modo con cui i più vulnerabili vengono trattati dalla società.



È sempre la Chiesa a citare i dati del Canada dove i singoli criteri per accedere al suicidio assistito di Stato si sono ampliati ulteriormente da quando la legge è passata nel 2016: «si è stimato che il sistema potrebbe ridurre la spesa sanitaria fino a 84 milioni di sterline all’anno», sottolinea ancora il moderatore dell’Assemblea scozzese. Come spiega allo “Scotsman” sempre Greenshields, «I partecipanti a una ricerca hanno riferito che l’assistenza medica in fin di vita – il termine usato in Canada – ha consumato risorse che altrimenti sarebbero state utilizzate per fornire cure palliative».



ALLARME IN SCOZIA: COSA SUCCEDE SE PASSA LEGGE SUL SUICIDIO ASSISTITO

Stante la “prova” del Canada, o delle più vicine Olanda e Belgio, il rischio fortissimo – attacca ancora il rappresentante della Chiesa di Scozia – il suicidio assistito legalizzato, data la pressione sulle risorse sanitarie, potrebbe essere potenzialmente devastante. «Siamo anche molto preoccupati che la morte assistita possa essere vista come un’opportunità di risparmio», conclude Greenshields. In questi giorni Liam McArthur, deputato liberaldemocratico, sta portando al Parlamento di Holyrood una proposta di legge privata che mira per l’appunto a legalizzare il suicidio assistito in Scozia.



Dopo i due precedenti fallimenti, cresce il consenso per il “Sì” in tutto il Paese anche per i rinnovati appelli mediatici dei sostenitori sulle «rigorose salvaguardie per prevenire gli abusi». Per Greenshields però dietro questo radicale cambiamento si rischierebbe di considerare i più vulnerabili come sempre meno «preziosi», o addirittura «gravosi». La Premier Nicola Sturgeon è la prima ad essere aperta alla possibilità di rendere legale il suicidio assistito: «Non credo che sarebbe mai visto come un risparmio economico. Ma ho molte perplessità perché mi sono sempre preoccupata… della capacità di avere sufficienti garanzie per evitare potenziali abusi», ha replicato agli allarmi lanciati dalla Chiesa di Scozia. In una durissima lettera scritta lo scorso ottobre, arcivescovo di St. Andrews ed Edimburgo, mons. Leo Cushley, si scagliava così contro l’opportunità di rendere l’eutanasia aperta in Scozia: «Laddove il suicidio assistito e l’eutanasia sono legali, abbiamo assistito a un innegabile diminuzione del valore attribuito all’essere umano. I disabili e le persone con problemi di salute mentale non ricevono il rispetto, la protezione e l’affermazione che meritano. Se questa legge verrà approvata – concluse il prelato – eroderà ulteriormente il valore della vita umana nella nostra società, già gravemente minata dalla legalizzazione dell’aborto».