Arrivano importanti aggiornamenti su quello che è stato ribattezzato l’Ares gate. Come vi abbiamo raccontato, il produttore Alberto Tarallo risulta indagato per il suicidio di Teodosio Losito, suo compagno di una vita. Come riportato dal Corriere della Sera, arriva un nuovo punto in favore del volto Mediaset a proposito del presunto falso testamento dello sceneggiatore.



La pg della Cassazione ha smantellato il ricorso presentato dalla Procura di Roma. “Infondato”, il giudizio di Sabrina Passafiume. I pubblici ministeri avevano acceso i riflettori sull’errata valutazione del Tribunale del Riesame: i giudici, infatti, avevano rivalutato le ragioni di Tarallo e dissequestrato il patrimonio, ritenendo autentici il testamento di Losito e anche le appassionate lettere indirizzate al produttore.



Suicidio Losito, Cassazione: “Tesoro resti a Tarallo”

La pg della Cassazione ha ridimensionato diverse testimonianze di persone vicine a Tarallo, avvalorando le tesi dei giudici del Riesame. Come riporta il Corriere, la Passafiume ha rimarcato che “deve escludersi che il tribunale del Riesame abbia travalicato i limiti del potere di cognizione spettanti al giudice del procedimento cautelare reale, essendosi limitato a ritenere non astrattamente configurabile il reato di cui agli articoli 485 e 491 del codice penale (reati di falso e falso in testamento, ndr) alla luce degli elementi investigativi allo stato disponibili e tenuto conto, vieppiù, della inattendibilità dei risultati della consulenza grafologica disposta dal pm”. La pg, inoltre, ha sostenuto le motivazioni del Riesame per quanto riguarda la scarsa chiarezza e l’errata metodologia seguita dal consulente del pubblico ministero nel corso dell’analisi della calligrafia di Losito. Repubblica aggiunge che a Tarallo ora potrebbero essere restituiti conti correnti, quote di tre società, la polizza assicurativa, terreni, fabbricati e appartamenti: un totale dal valore di 5 milioni di euro.