Le lettere di addio di Teodosio Losito e il testamento sono falsi. L’indiscrezione trapelata nelle scorse settimane trova conferma ora. Il pm Carlo Villani, che indaga sul suicidio dello sceneggiatore tv, ha depositato il risultato di una perizia grafologica al Tribunale del Riesame, che deve pronunciarsi sul sequestro disposto dagli inquirenti a carico di Alberto Tarallo. Losito prima della sua morte aveva nominato erede universale il suo compagno di vita, il patron della casa di produzione Ares. Lo stesso a Non è l’Arena di Massimo Giletti ha letto alcuni passaggi delle lettere di addio del compagno. Ma il testamento olografo e queste missive sarebbero dei falsi clamorosi.
L’inchiesta della Procura di Roma sul suicidio di Teodosio Losito avvenuto nel gennaio 2019 segna una importante svolta. Per la consulente nominata dalla Procura, la dottoressa Maria Caldarazzo, si tratta di falsi. Come riportato da Il Messaggero, che ha ricostruito gli ultimi sviluppi della vicenda, dall’analisi dei testi sono emerse «tali e tante concordanze comuni alle scritture di Alberto Tarallo da consentire di poter emettere un giudizio di un’unica provenienza genografica».
SUICIDIO LOSITO, IL RISULTATO DELLA PERIZIA
La consulente ha eseguito una comparazione tra le lettere datate 10 e 18 dicembre 2018 e 8 gennaio 2019, nonché il testamento, con altri scritti di Alberto Tarallo, a partire dal suo testamento, passando anche per le sceneggiature scritte a mano. «Come la parola è la manifestazione immediata del pensiero, così la scrittura è il prodotto di una serie di stimoli che si traducono, attraverso il concorso di varie componenti, muscolari, nervose, mano, avambraccio, braccio, in gesti grafici», è precisato nella perizia. In questo caso sono state fondamentali la verifica del ritmo di scrittura, le dimensioni delle lettere e i meccanismi di tracciamento. «In ogni contraffazione il difetto fondamentale risiede non tanto nella difformità morfologica delle lettere, ma nella qualità del tracciato, del ductus, della fisionomia grafica complessiva», ha precisato la consulente. Chi falsifica un testo tende «soprattutto alla fedele riproduzione delle forme letterali, mentre ai caratteri sostanziali del ritmo, pressione, calibro, spaziatura, giacitura basale, allineamento, tipologia delle deviazioni, non dà eccessiva importanza».
GUERRA DI PERIZIE SUL TESTAMENTO
Ma queste non sono neppure le uniche anomalie emerse dalla perizia. L’esperta, infatti, a proposito del testamento ha spiegato che l’esame col video comparatore spettrale in trasparenza e a raggi IR ha evidenziato «che la scrittura manoscritta appare apposta sopra il timbro del notaio». Ciò vuol dire che sembra essere successiva al documento. Inoltre, il testamento di Alberto Tarallo, sequestrato presso la sua abitazione, mostra le stesse modalità di quello di Teodosio Losito. L’unica differenza è che la “dichiarazione” del notaio è posta in senso contrario alla manoscrittura. Peraltro, il notaio parla di 17 righe, mentre il testo manoscritto è di 13. Come evidenziato da Il Messaggero, la difesa di Tarallo ha respinto le accuse e preparato una sua perizia, curata dalla grafologa forense Silvia Passerini, secondo cui la grafia presente sulle tre lettere di addio e quella dei testi delle sceneggiature di Alberto Tarallo sono differenti, infatti presentano «caratteristiche individualizzanti di difficile alterazione volontaria». Quindi, le lettere «non sono riconducibili alla mano di Tarallo». A proposito degli sviluppi dell’inchiesta, il quotidiano riporta che l’accusa di istigazione al suicidio potrebbe nel frattempo essere archiviata, mentre resterebbero in piedi il falso relativo al testamento e l’inchiesta legata al fallimento della Ares.