Dopo Adua Del Vesco, Massimiliano Morra, Gabriel Garko e Francesco Testi oggi è stato il turno di Eva Grimaldi, anche lei attrice lanciata dall’allora Ares Film. La Grimaldi si è presentata in procura a Roma dove è stata sentita come persona informata dei fatti dal pm Carlo Villani. Stando a quanto riferisce Corriere della Sera, l’attrice è entrata negli uffici giudiziari alle 11. Il pm, scrive il quotidiano, sta verificando le dichiarazioni fatte nei giorni scorsi dai due attori ed ex gieffini rispetto all’esistenza di una presunta setta che avrebbe controllato e regolamentato vite ed amori dei protagonisti delle fiction all’epoca più amate.

In passato Imma Battaglia, compagna di Eva Grimaldi, sull’AresGate aveva detto: “Dicevano che se Eva avesse continuato a frequentare le lesbiche poi si sarebbe detto che era lesbica, e non avrebbe mai più lavorato. Cose di un’altra epoca”. Con la sua presenza di oggi in procura quasi certamente l’attrice ha potuto spiegare quelli che sono alcuni  meccanismi che hanno caratterizzato la casa di produzione Ares Film prima del suo tracollo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

MORTE TEO LOSITO ANCORA AVVOLTA NEL GIALLO

Mentre la procura di Roma indaga sulla morte di Teodosio Losito, il produttore trovato morto impiccato nella sua casa l’8 gennaio 2019, emerge un nuovo giallo che rende il suicidio dell’uomo ancora più misterioso. Teodosio, come scrive il quotidiano Corriere della Sera, prima di togliersi la vita avrebbe lasciato tre lettere d’addio. La prima era indirizzata all’ex compagno e produttore Alberto Tarallo che lo stesso, con grande commozione, lesse in una puntata del programma di Massimo Giletti, Non è l’Arena, andata in onda lo scorso ottobre. “È una mia scelta, tu non hai colpe, sono io che ho rimorsi e rimpianti… quelli a cui abbiamo dato tutto ci hanno sputato in faccia, che pena”, recitava una parte della missiva.

Ma che fine hanno fatto le altre due lettere ed a chi erano destinate? Al momento non è dato saperlo e, come scrive il quotidiano, chi le ha le tiene ben nascoste. A cercarle è il fratello Giuseppe Losito, al quale non avrebbe lasciato scritto nemmeno una riga. L’uomo, confidandosi con il suo avvocato Stefano De Cesare, avrebbe spiegato: “con Teo ci sentivamo quasi tutti i giorni, siamo sempre stati molto uniti, mi sembra impossibile che mi abbia lasciato così”. Giuseppe non è neppure convinto della versione ufficiale legata alla morte del fratello ed infatti dopo aver sentito le confidenze di Adua De Vesco e di Massimiliano Morra al GF Vip ha deciso di rivolgersi alla magistratura.

SUICIDIO TEODOSIO LOSITO: IL GIALLO DELLE LETTERE D’ADDIO

Proprio dai dubbi di Giuseppe, fratello di Teodosio Losito, è partita l’inchiesta per istigazione al suicidio condotta dalla procura di Roma. Il pm Carlo Villani sta ascoltando uno dietro l’altro una serie di volti vip come persone informate dei fatti. Si tratta di attori che sono stati lanciati proprio dal duo Tarallo-Losito. Dopo Adua Del Vesco, Gabriel Garko e Massimiliano Morra è toccato anche a Francesco Testi ma la lista non si è ancora chiusa. Lo stesso Tarallo, tramite il suo avvocato, avrebbe chiesto al pm di essere sentito. Ad intervenire sulla vicenda è stato Enrico Lucherini, che per anni ha curato la comunicazione della Ares Film prima del fallimento. “Beh, quando Adua e Massimiliano parlavano di Lucifero, è chiaro che intendessero lui, Alberto, non c’è dubbio”, ha confermato al Corriere della Sera. Lucherini prende tuttavia le difese di Tarallo aggiungendo: “Però lo conosco da almeno trent’anni e non ho mai notato niente di satanico in lui. Generoso, carino, divertentissimo, alla villa di Zagarolo passavano ore a chiacchierare di vecchi film hollywoodiani, di Gloria Swanson e di Greta Garbo, che la ragazzina, Adua, non sapeva nemmeno chi fosse”. Fu proprio Tarallo, spiega, a scegliere il nome d’arte di Adua Del Vesco e di quest’ultima, dopo le dichiarazioni al GF Vip, ha asserito: “Prendevamo il sole in giardino e si parlava di tutto e niente, mangiando gelato, non mi pareva né sofferente né plagiata, aveva le chiavi di casa, poteva andarsene quando voleva”.