Mina Welby e Marco Cappato, copresidente e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, sono stati assolti in appello dall’accusa di aver assistito il suicidio di Davide Trentini, malato di Sla e sottopposto a “buona morte” in una clinica svizzera. Non c’era da dubitarne. L’aria, il sentore facevano presagire questa decisione.



Viviamo in un tempo strano, in cui il sistema legale trova in sé, solo in sé, la sua legittimità, non  invece rispetto al pre-giuridico, che da sempre in ogni civiltà pur con tutte le sue mancanze e ignoranze mira alla salvezza, alla vita, e si basa sull’idea che la persona ha un’origine. Viviamo in un tempo di esasperazione dei diritti, e vale per il matrimonio o l’adozione di coppie omosessuali, per la fecondazione eterologa, e varrà per l’eugenetica. Quando stabilisci tempi e modi e metodi a seconda del tuo desiderio effimero, avrai pure il diritto di avere un figlio come lo vuoi. E avrai pure il diritto di far finire la sua vita se non “giusta”, o di finire la tua, se intollerabile.



Preso atto di un mutamento antropologico così radicale, estraniante, che ci lascia intontiti e incapaci di elaborare un pensiero organico – solo il ricorso al concetto di persona del Cristianesimo è l’unica risposta – dobbiamo evitare al massimo di essere ideologici. Nessun giudizio per i poveretti che nella disperazione, nel dolore di una vita senza senso chiedono di terminarla in anticipo: pensiamo  a noi nelle stesse condizioni, non possiamo a mente fredda esprimere riprovazione o condanna, ma soltanto pietà. E sappiamo bene che un diverso esito del processo ai due radicali avrebbe avuto un solo risultato: una cassa di risonanza, un vittimismo, che avrebbe aumentato l’aura di paladini della libertà con cui portano avanti implacabili le loro battaglie. Ripeto, è il trend: basta guardare al’Olanda, dove l’eutanasia può essere scelta anche per i minori. Basta guardare alle leggi sempre più schiave del desiderio-diritto che in ogni parte d’Europa vengono salutate come progresso. Una condanna giudiziaria non sarebbe servita a nulla. Sappiamo anzi che la magistratura spesso anticipa le leggi, fa giurisprudenza con sentenze ad hoc, e questo varco ha permesso di spalancare strade sempre più ampie.



Tocca alla politica elaborare i criteri per una legge che metta ordine ed eviti superamenti in avanti. Sarà triste dirlo, ma non bisogna essere ipocriti o illusi: meglio una legge che nessuna legge. La condanna per Welby e Cappato è invece una condanna morale. Perché non possiamo giudicare chi a loro si è affidato, ma dobbiamo farlo con chi fa propaganda sulla loro pelle, con chi usa le storie più drammatiche per una  battaglia culturale in cui potersi ergere a vincitori. Ricordiamo tuttavia che i radicali erano un partito, sono un gruppuscolo in estinzione, che ha seminato tanto, e con copiosi frutti, modificando la mentalità, goccia dopo goccia, fino a ribaltare i concetti di bene e male, di giusto e ingiusto, e relativizzare ogni scelta, anche politica, sulla base dell’io voglio. E’ l’individualismo esasperato, l’eterna tentazione di sostituirsi a un Creatore negato. Si scontra con l’impossibilità dell’uomo di farsi da sé, di darsi la felicità. Meglio negare tutto, e accanirsi sul carpe diem finché dura, facendo trionfare i relativi egoismi. Tocca agli uomini di ragione e cuore, allertati dagli studi scientifici, tener viva un’altra idea di umanità. Tocca  ai cristiani, senza tiepidezze e timidezza, essere testimoni della speranza, più forte anche della morte.

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