Sulla mia pelle: qual’è la storia vera di Stefano Cucchi? Torna su Rai Premium il caso che ha diviso l’Italia

Martedì 20 aprile Rai Movie, alle 21.10, trasmette Sulla mia pelle, il film diretto da Alessio Cremonini che racconta la storia di Stefano Cucchi, interpretato da Alessandro Borghi. La storia vera di Stefano Cucchi è iniziata il 15 ottobre 2009, quando Stefano che all’epoca aveva 31 anni, fu arrestato perchè trovato in possesso di sostanze stupefacenti. Portato in caserma, per Cucchi viene disposta la custodia cautelare in carcere e il giorno successivo viene convalidato il fermo. Le condizioni di Stefano erano già precarie, ma il giudice fissa l’udienza al mese successivo e ordina sino a tale data una custodia cautelare presso il carcere di Regina Coeli. Le condizioni di salute di Cucchi peggiorano e il 16 ottobre, alle ore 23, viene condotto al pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli, dove vengono riscontrati lesioni ed echimosi. Nei giorni successivi, le condizioni di Stefano peggiorano ancora. Viene così disposto il trasferimento al reparto detenuti dell’ospedale Sandro Pertini, dove muore all’alba del 22 ottobre pesando solo 37 kg.



Storia vera Stefano Cucchi: la riapertura del caso e la condanna dei carabinieri

Dopo la morte di Stefano Cucchi parte un’indagine che porta ad un primo processo. Nella sentenza di primo grado del giugno 2013 gli unici condannati, per omicidio colposo, sono i medici dell’ospedale Pertini. Con la sentenza d’appello, tutti gli umputati vengono assoluti per insufficienza di prove. La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, però, non si è mai arresa combattendo per scoprire la verità sulla morte del fratello. La svolta arriva alla fine del 2015 con l’inizio di un’inchiesta bis con la richiesta di rinvio a giudizio per i tre carabinieri che arrestarono Stefano. La svolta decisiva arriva l’11 ottobre 2018 quando Francesco Tedesco, uno dei tre carabinieri a processo, ammette il pestaggio chiamando in causa i due colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. Il 14 novembre 2019 Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro vengono condannati a 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. Condannato a due anni e sei mesi Francesco Tedesco, assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale.

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