Il summit per la pace in Ucraina si è concluso in Svizzera con l’impegno a difendere l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma il documento finale, che attribuisce alla Russia la responsabilità delle sofferenze e delle distruzioni del conflitto, non è stato firmato da un quinto dei partecipanti al vertice. Se tra i firmatari ci sono Ungheria, Turchia e Serbia, invece non compaiono Brasile, India, Sud Africa, Arabia Saudita, Armenia, Slovacchia, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti, che si sono rifiutati di mettere la loro firma sulla dichiarazione finale. In totale, in 100 tra Paesi e organizzazioni hanno preso parte all’evento: 12 Paesi e quattro organizzazioni si sono rifiutati di firmare il documento, come evidenziato anche da un corrispondente di Radio Liberty, che però non ha specificato quali organizzazioni rappresentate alla conferenza di pace non hanno firmato il comunicato congiunto. Il giornale ha pubblicato una foto scattata da un corrispondente che mostra l’elenco dei Paesi che hanno firmato il comunicato.



L’obiettivo di questo summit era creare il più ampio sostegno possibile per un processo che potesse contribuire a porre fine alla guerra in Ucraina, ma l’efficacia di questo evento è stata messa in dubbio dall’assenza della Russia, che ha invaso l’Ucraina, e della Cina, principale sostenitore del Cremlino. Stando a quanto riportato dalla BBC, non sono mancate critiche al presidente ucraino Volodymyr Zelensky: ad esempio, il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita ha avvertito Kiev che dovrà scendere a difficili compromessi, mentre il Kenya si è espresso contro le sanzioni alla Russia. L’auspicio era che tutte le delegazioni avrebbero approvato una dichiarazione finale di condanna dell’invasione russa, ma domenica il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha dichiarato ai giornalisti che la dichiarazione non sarebbe stata sostenuta all’unanimità.



LA REAZIONE DELLA RUSSIA AL SUMMIT IN SVIZZERA

Per quanto riguarda i risultati del summit di pace in Ucraina, Zelensky ha spiegato che vanno comunicati a Mosca affinché nel prossimo vertice si possa davvero arrivare alla fine della guerra, mentre per la Russia l’incontro in Svizzera è stata una perdita di tempo, infatti il presidente Vladimir Putin ha dichiarato che accetterebbe un cessate il fuoco se l’Ucraina ritirasse le truppe da quattro regioni che la Russia occupa parzialmente sostenendo di averle annesse, una mossa criticata dalla premier italiana Giorgia Meloni, che ha bollato questa reazione come “propaganda“, mentre il primo ministro britannico Rishi Sunak ha accusato Putin di aver “messo in giro una narrazione fasulla sulla sua disponibilità a negoziare“. D’altra parte, oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che il leader russo non ha escluso i colloqui con l’Ucraina, ma ha aggiunto che sarebbero necessarie garanzie per assicurarne la credibilità e che Zelensky non potrebbe partecipare.



COSA DICE IL DOCUMENTO FINALE DEL SUMMIT PER LA PACE IN UCRAINA

Il documento finale del summit per la pace in Ucraina chiede sostanzialmente il ripristino del controllo dell’Ucraina sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia e sui porti del Paese sul Mar d’Azov, attualmente occupati dalla Russia. Inoltre, indica l’invasione russa col termine “guerra”, etichetta che Mosca ha respinto. Ma sono state affrontate anche questioni umanitarie come il ritorno dei prigionieri e dei bambini rapiti, mentre i temi più controversi, come lo status delle terre sotto occupazione russa, saranno lasciati per un secondo momento. I Paesi che hanno sottoscritto il documento finale si sono impegnati a lavorare su tre aspetti della guerra: sicurezza nucleare, alimentare e dei prigionieri, tra cui i bambini deportati.

Per quanto riguarda il primo punto, le centrali devono funzionare in maniera sicura ed essere protette, comunque sotto il controllo sovrano dell’Ucraina e la supervisione dell’Aiea, quindi non sono ammissibili minacce o uso di armi nucleari. Per quanto riguarda il secondo punto, la sicurezza alimentare è legata alla produzione e fornitura dei prodotti, quindi il commercio deve essere libero e sicuro, motivo per il quale non sono ammissibili attacchi, ad esempio, contro navi mercantili. Infine, i prigionieri di guerra vanno liberati tramite scambio, ma soprattutto serve il dialogo tra le parti coinvolte.