L’ex Cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, 42 anni, miliardario di origini indiane e di fede induista, è il nuovo leader del Partito conservatore e oggi verrà nominato primo ministro del Regno Unito, prendendo il posto di Liz Truss, costretta a dimettersi per le sue teorie troppo liberiste che hanno spaventato i mercati. Sunak ha avuto la meglio su Penny Mordaunt, l’unica rivale che era rimasta in corsa, ma che al Tory Contest non ha raccolto i 100 “endorsement” di sostegno necessari per portare Sunak (che ne ha conquistati 185) al ballottaggio davanti agli elettori Tory. Sunak ha un passato da banchiere alla Goldman Sachs ed è sposato con una ricca ereditiera indiana: sarà così il primo premier non bianco in Inghilterra e il più ricco per patrimonio personale a Downing Street.
“Il Regno Unito è un grande Paese, ma non c’è dubbio che ci troviamo di fronte a una profonda sfida economica”, ha esordito Sunak dopo la designazione e ha subito promesso di “lavorare giorno dopo giorno” per restituire “unità e stabilità al Regno, come al partito di maggioranza che lo governa”. “Avrà un approccio che riserverà molte sorprese”, afferma Leonardo Maisano, ex corrispondente da Londra per Il Sole 24 Ore, che aggiunge: “Resta però una grande incognita”: Sunak, uomo della City e super funzionario di Stato, “sarà capace di piacere, di affascinare gli elettori inglesi?”.
Un miliardario di origini indiane e di fede induista arriva per la prima volta a Downing Street. Che leader dei Tory e che premier sarà Rishi Sunak?
Sarà anche il più giovane primo ministro nella storia recente della Gran Bretagna, più giovane di Tony Blair e più giovane di David Cameron. Sunak è uno che macina record.
I Tory però sono al terzo leader in 48 giorni. Sunak saprà evitare gli errori in cui sono caduti la Truss e prima di lei Johnson?
Sunak ha dato un’ottima dimostrazione di sé nei limiti di quella che era la situazione del Regno Unito post Brexit quando è stato Cancelliere dello Scacchiere. E’ stato percepito come un uomo d’ordine, che ci teneva a tenere il partito in linea con un conservatorismo attento ai conti pubblici. Con Johnson questa attenzione c’era stata in modo relativo, con Liz Truss è andata completamente fuori controllo per una mal interpretata riedizione del thatcherismo. I mercati infatti temevano che avrebbe portato il debito pubblico inglese a tre cifre, in un paese già fortemente indebitato a livello privato.
I conservatori restano ancora divisi al loro interno? E Sunak avrà un cammino accidentato?
Sunak ha dimostrato un approccio molto pragmatico, non ha mai raccontato la massa di bugie riferite da Johnson o i sogni irrealizzabili della Truss. Ha sempre detto che le tasse non si possono abbassare, soprattutto quelle dei ceti più abbienti, ed è stato attento ai ceti sociali che più soffriranno per questa crisi, che in Gran Bretagna sarà multipla.
In effetti Sunak eredita una delle situazioni più difficili in cui si è mai trovato il Regno Unito: conseguenze reali della Brexit, inflazione alle stelle, crisi dell’energia, crescita in stallo, sterlina ai minimi storici rispetto al dollaro. Come imposterà la sua politica economica per affrontare questa emergenza?
Sarà prima di tutto curioso capire se manterrà quella promessa, prima confermata dalla Truss, di tenere un tetto alla spesa energetica di imprese e cittadini. Non è al momento facile individuare quali saranno le sue politiche, di certo sarà attento alla spesa pubblica e al debito dello Stato molto più che i suoi predecessori, perché vorrà evitare la doppia tenaglia dell’indebitamento, quello pubblico e quello privato, che minaccia il Regno Unito e che spaventa i mercati.
Infatti oggi la Gran Bretagna è nel mirino dei mercati finanziari. “L’economia britannica è ora come l’Italia e la Grecia in termini di rischio per gli investitori, e i politici non sono stati onesti rispetto ai problemi che la nazione deve affrontare”, ha scritto il conservatore Daily Mail, citando un ex governatore della Banca d’Inghilterra. Cosa può offrire di diverso Sunak – un uomo della City, quindi molto vicino alla grande finanza, e un uomo di Davos, cioè un globalista convinto – rispetto alla Truss?
Le prime indicazioni vanno nella direzione di un Sunak che non fa irritare i mercati: la sterlina, per esempio, ha goduto di un rimbalzo. Bisognerà poi vedere cosa farà, chi sceglierà come cancelliere dello Scacchiere. Io credo che confermerà Jeremy Hunt, garantendo una continuità con quella tradizione Tory più “established”, non certo vicina a Boris Johnson, e caratterizzata da un conservatorismo un po’ paternalista. Ma su tutto aleggia un grande ma.
Quale?
Sarà capace di piacere, di affascinare gli elettori inglesi? Sarà Sunak a portare il paese alle elezioni. Adesso fra Laburisti e Conservatori ci sono 30 punti di distacco. Sunak avrà la forza della popolarità, saprà conquistare i voti o sarà solo uno pseudo-tecnocrate che arriva dal mondo della City, con un volto presentabile e come elemento di rassicurazione per i mercati finanziari? Questa è la grande incognita.
Sunak è un leader e un premier espressione dei parlamentari conservatori. Ma che cosa convince poco il suo elettorato?
Resto dell’idea che avere come primo ministro un non britannico di origine sia uno dei motivi per cui era stata scelta Liz Truss e forse sarebbe stata scelta anche Penny Mordaunt, la sfidante che invece si è ritirata – o l’hanno convinta i parlamentari a non insistere troppo? La Mordaunt incarna di più la britishness, quella sensazione di appartenere al mondo britannico a tutto tondo che fa ancora presa su molti elettori.
I Laburisti sono già partiti all’attacco. In una nota hanno scritto: i conservatori «Hanno incoronato Rishi Sunak come primo ministro senza che abbia detto una parola su come intende guidare il Paese, e senza che nessuno abbia avuto la possibilità di votare. Sunak non ha mandato e non ha idea di quello di cui hanno bisogno i lavoratori”. Sui temi sociali e del welfare i Laburisti faranno un’opposizione dura?
Certo, anche se dipenderà da quello che farà Sunak. Sono decenni che i Laburisti aspettano di tornare al potere e adesso hanno una parvenza di vittoria per interrompere questo lungo ciclo conservatore. Faranno un’opposizione durissima.
La moglie di Sunak, Akshata Murthy, ha un patrimonio personale di 500 milioni di sterline. Nell’aprile 2022 fece scandalo la notizia, rilanciata da The Indipendent, che portò alla luce il fatto che Murthy, seppur milionaria, aveva uno status fiscale speciale, quello di “non domiciliata”, il che le permetteva di non pagare le tasse nel Regno Unito. Può essere lei il punto debole di Sunak?
Lo è stata. Ma lo scandalo sui benefici fiscali di cui gode in quanto cittadina “non domiciliata” è un po’ ipocrita: lei non ha violato alcuna legge, quella legge c’è. Qual è il senso di questo scandalo?
Sunak è un “brexiteer” della prima ora. Come saranno i rapporti con la Ue?
Non credo molto ai brexiteer convinti, perché quando sono messi alla prova dei numeri e dei fatti sono inclini ai ripensamenti. Adesso Sunak avrà da risolvere innanzitutto la questione irlandese, che è un passaggio epocale di grande complessità. E poi vedremo se avrà un coniglio nel cilindro: visto che le esportazioni britanniche, che una volta andavano nei paesi Ue, faticano a trovare nuovi sbocchi, quali soluzioni economiche proporrà per rivitalizzare la bilancia commerciale e l’economia del Regno Unito?
(Marco Biscella)
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