«Il Natale? Meglio proteggere le persone per un bene più grande e poi magari faremo una festa nuova dopo il Covid, la festa dell’incontro»: la proposta alquanto “bizzarra” sulla festa del Natale non viene da qualche Ministro, da qualche scienziato o da qualche sociologo. Si tratta di Suor Alessandra Smerilli, economista e consigliera per il Consiglio di Stato Vaticano, di recente tra le protagoniste dell’evento mondiale “The Economy of Francesco”, la due giorni di Assisi aperta alle idee per un futuro economico post-Covid: per l’economista salesiana «Il vero tema trasversale dell’incontro – spiega la suora ai microfoni di Radio Vaticana Italia – è stata la cura di noi stessi, delle nostre relazioni e del pianeta. Mi auguro che i giovani vengano davvero ascoltati». L’economista e religiosa ha spiegato nella puntata di ieri a “DiMartedì” proprio l’esperienza delle nuove “economie” prospettate nel manifesto conclusivo di Assisi, ma è sulle prossime feste di Natale che è stata interpellata nel pieno del caos politico e sociale di questi ultimi giorni in vista del prossimo Dpcm.
“NATALE? MEGLIO UNA GRANDE FESTA DELL’INCONTRO”
«Il Natale? Per un anno un passo indietro va fatto» diceva in collegamento a DiMartedì la scienziata Ilaria Capua pochi istanti prima, con Suor Alessandra Smerilli che replica subito dopo, dando – sorprendentemente – ragione all’opinione “rigorista” che va per la maggiore in politica e scienza ai tempi del Covid-19. «La Capua ha perfettamente ragione: in questo momento delicatissimo non sappiamo come andrà nei prossimi giorni», spiega l’economista e religiosa cattolica. «Allentare adesso significa metterci nelle condizioni di dover ricominciare di nuovo e forse con misure ancora più restrittive»: un giudizio che stride con moltissimi fedeli e parroci che invece chiedono al Governo in questi giorni una deroga possibile per le messe di Natale e in generale per consentire le celebrazioni religiose nel periodo di Avvento. Per la Smerilli invece la linea deve essere quella avanzata dal Premier Conte e dal Ministro Speranza, se non più “rigorista” ancora: «per un bene temporaneo – e non voglio sminuire l’importanza del Natale dal punto di vista familiare e religioso – meglio fermarsi. Sappiamo che c’è un bene più grande». Davanti al plauso che riceve dal conduttore Floris e dalla stessa Capua, Suor Alessandra conclude ancor più sorprendentemente – in quanto religiosa cattolica – «io mi immagino però come, finito tutto questo, magari ci regaleremo una festa nuova, una festa dell’incontro dopo il Covid».
Riceviamo dal social media manager di Suor Alessandra Smerilli una precisazione che riportiamo qui sotto. Noi, invece, alleghiamo, a integrazione del video già presente nell’articolo e che contiene le dichiarazioni di Alessandra Smerilli, anche il video integrale della puntata di DiMartedì in modo che tutti possano verificare quanto detto ed espresso in parole e atteggiamenti nel corso della trasmissione e che chiunque possa trarre le proprie conclusioni.
Egregio direttore,
le scrivo per chiedere la cortesia di una rettifica rispetto a questo articolo de “Il Sussidiario.net”. Vi si riscontrano infatti alcune inesattezze che travisano il mio pensiero.
Nel mio intervento di martedì 24 novembre nella trasmissione “Di Martedì” andata in onda su La7 non ho mai parlato della “messa” di Natale, come erroneamente indicato nel sottotitolo virgolettato (“messa di Natale? Meglio proteggere la salute. Semmai fare una festa nuova dopo il Covid, la festa dell’incontro”); tantomeno ho consigliato la sospensione delle celebrazioni liturgiche.
Come si può comprendere dall’ascolto della trasmissione, il cui video è disponibile online, rispondendo al conduttore Giovanni Floris, spiegavo: «Cosa vuol dire non potersi riavvicinare come famiglie? Cosa vuol dire anche non potersi scambiare doni, perché ci sono dei riti anche importanti legati al Natale…». Qui intendendo naturalmente non i riti liturgici, da me mai menzionati, ma propriamente i “festeggiamenti”, i ritrovi, che uniscono in uno stesso luogo tante persone, aspetto di cui si stava parlando in quel frangente.
Forse mi sono espressa male, e me ne scuso. Il mio intento era di sottolineare la prudenza e attenzione che ci vengono richieste verso le nostre fasce più deboli, i nonni, i genitori, gli anziani, che devono essere tutelati e protetti. Per questo ho aggiunto “faremo dopo una festa dell’incontro”: l’amicizia è un bene enorme, lo sappiamo; ma in questo momento di pandemia se non preserviamo la salute rischiamo di compromettere proprio le amicizie e i rapporti familiari. Allora, incontriamoci tutti una volta che la pandemia sarà passata, quando potremo festeggiare serenamente la bellezza dello stare insieme e del creare relazioni. Oggi forse è nostra responsabilità trovare modalità più intime e sobrie per i nostri festeggiamenti e le nostre cene, per non mettere a rischio della vita proprio le persone con cui ora vogliamo riunirci e a cui vogliamo più bene.
Ringraziandola per lo spazio che spero vorrà concedermi, ne approfitto per porgere cordiali saluti.
suor Alessandra Smerilli