Disclaimer: questo articoletto si rivolge ai cattolici, ai credenti osservanti. Perché chi non crede, chi non segue la Chiesa cattolica non glie ne può fregare di meno che suor Cristina abbia lasciato l’abito e invece che nel convento delle Orsoline dove era stata per oltre 15 anni sia adesso in Spagna a far la cameriera. Soprattutto – scusate la presunzione – vorrebbe, questo articoletto, dire quanta superficialità e sentimentalismo ci sia tra i cattolici di oggigiorno. Che non è una novità. Qualcuno ricorda fra Giuseppe Cionfoli, giunto a Sanremo in abiti francescani per annunciare la buona novella e poco tempo dopo toltosi il saio, sposato e oggi nonno? (e anche candidato del centrodestra nel 2015 in Puglia con frasi elettorali non proprio da frate, tipo: “In Puglia i treni sono sporchi a causa di zingari ed extracomunitari”. Avrebbe poi detto di essersi candidato solo per ragioni economiche, non un buon esempio neanche questo).
Pensando alla sua storia e a quella di suor Cristina che si è presentata domenica scorsa in televisione talmente irriconoscibile (dalla suorina un po’ nerd con occhialoni e più vecchia di quello che fosse ad avvenente e sexy ragazzina dai lunghi capelli e scarpe col tacco) verrebbe da pensare che il mondo dello spettacolo rovini le vocazioni e il cammino di fede. Non è così naturalmente. È che chi, consacrato, decide di entrare nel mondo dello spettacolo ha già di suo una fede costruita, come direbbe Lui, sulla sabbia.
Perché?
Prendere i voti, farsi prete, frate o suora per un cattolico ha un profondo significato. Una volta un prete disse a un consacrato che voleva lasciare il suo percorso che “sarebbe stato come marito e moglie che divorziano”. E il sacramento del matrimonio dice chiaramente “non divida l’uomo ciò che Dio ha unito”. Allo stesso modo prendere i voti è una offerta di perseveranza nel proposito di mantenere l’offerta. Tale offerta di perseveranza è caratteristica di un voto religioso. Un successivo cambiamento nell’intenzione di un votato è perciò una mancanza di rispetto verso Dio: è come portar via qualcosa che è stato dedicato a Lui. Infatti, a differenza della semplice rottura di una promessa fatta a un uomo, un fallimento nel dare a Dio ciò che gli era stato promesso è considerata un’offesa molto seria.
Chi abbraccia la vita consacrata testimonia e manifesta la radicalità della sequela di Cristo e del vangelo. Con la loro scelta, infatti, indicano a tutti come sia bello, anche se impegnativo e “alto” ed esigente, seguire Gesù; come Egli trasformi la vita, trasfiguri il cuore ed il volto ed i gesti, renda uomini e donne più veri e più liberi. Dio, per essi, viene prima di ogni altra cosa; è l’assoluto che chiede tutto e che dona tutto. Attenzione, perché la suora, che nel 2019 aveva partecipato anche al programma Ballando con le stelle (programma che non ha molto a che fare con la sua grande passione per il canto) nel 2019 aveva preso i voti perpetui, entrando in modo definitivo nell’ordine religioso delle Suore Orsoline della Sacra Famiglia.
Basta, per l’ex suor Cristina, dire oggi che è ancora cattolica, che crede sempre in Dio? La ragazza non ha colpe in realtà. Tutta la sua vita è stata giocata sulla superficialità.
Certamente bisogna conoscere la sua storia, È entrata in convento giovanissima, dopo aver interpretato una suora in un musical della parrocchia, spinta dalla madre che in questo modo sperava che la ragazza si riavvicinasse alla fede che a quanto pare aveva perduto. O semplicemente non andava più a messa. La fede è qualcosa che è nel cuore della persona, nessun oltre a Dio sa quanta essa sia e se ci sia.
“Ero dietro le quinte per entrare in scena, una suora mi si avvicinò e mi disse: Chissà il Signore cosa vuole dirti, perché stai interpretando questo ruolo” e io risposi: “Io lo so cosa vuole Dio da me. Da quel momento è iniziato il discernimento, prendi consapevolezza della tua scelta, è un tempo che la chiesa ti dà, perché è una scelta ardua, coraggiosa, dove prendi consapevolezza che Cristo è il tuo tutto”. Banale superficialità anche da parte della suora, probabilmente a caccia di novelle suore che oggigiorno non se ne trovano quasi più. Lei, ragazzina, cede affascinata da chissà cosa.
Poi la scelta di andare in tv come fosse andare in missione tra i lebbrosi: “Andare a The Voice è stata una decisione comune, e in quel momento pensammo: c’è qualcuno che ci sta chiedendo di essere presenza nel mondo”. Scrivemmo allora, nel 2014: “Voglio che Gesù entri qua dentro” dice suor Cristina poco prima di lanciare il Padre nostro che conclude The Voice con la vittoria (annunciatissima) della religiosa. Perché Gesù “deve entrare qua dentro”? Che cos’è The Voice, un luogo di perdizione, di maleficio, di inganno, di bruttura? Per quanto coloro che si esibiscono a The Voice e generalmente a tutti i talent show televisivi (rarissime le eccezioni, forse Alessandra Amoroso e Mengoni) esibiscano bruttissime voci, non ci sembra che The Voice meritasse una particolare presenza del buon Dio. The Voice è un innocuo show televisivo come milioni di altri, che non fa né male né bene, semplicemente come tutto ciò che passa in televisione “distrae”.
La partecipazione di suor Cristina a The Voice è stato il punto più basso che certo cattolicesimo ha raggiunto in anni recenti. Non era neanche una cantante particolarmente dotata, tutt’altro. Il top venne raggiunto quando pubblicò il suo primo singolo: Like a virgin di Madonna. Una mossa genialmente (sic!) pubblicitaria: una suora che canta Madonna! La canzone esplicitamente erotica della cantante americana che diventa invece una professione a mantenere la verginità offrendola a Dio! Geniale! Risultato: il disco vendette quasi niente, faceva schifo, e non convertì nessuno.
Di suor Cristina non si seppe più nulla, disse di volersi ritirare nel silenzio del convento. Ma il convento si rivela stretto: “Quello che è successo dopo non potevamo prevederlo, è stato tantissimo. So che con tutte le loro forze hanno provato a proteggermi, però l’eccesso di protezione si è trasformato in limitazione rispetto a quella che era la mia idea di vita religiosa, avevo però anche paura di perdermi”. Mmm… le suore cattive che chiudono a chiave una novella monaca di Monza? O forse tutti i nodi sono venuti al pettine? Una consacrazione alla vita monastica presa superficialmente? Senza un serio percorso di discernimento? Andare in tv il segno di una superficialità di fede basilare? Chi lo sa.
“È stato un passaggio alla vita adulta, è un percorso che c’è stato, The Voice apre la strada ad un mio cambiamento evolutivo”. Ma come? Un banale sciocco programma tv “apre a un cambiamento evolutivo”? E il convento? Le consorelle? La Chiesa sono meno potenti e indicative di The voice? Ma alla fine dice una cosa probabilmente autentica: “Questa paura di deludere gli altri, la mia famiglia, mi ha lasciato intrappolata per molto tempo”. Ecco. Paura di deludere una madre che la voleva cattolica fervente, paura di suore che volevano che il registro delle iscrizioni al loro ordine aumentasse con una giovane carina, per dire: noi suore ci siamo ancora!
Che pasticcio. Che tristezza. E ora tutti a prendere in giro lei, la Chiesa, le suore. Auguri Cristina. Ne hai bisogno: “Sono scelte coraggiose quelle che ho fatto, ho seguito il mio cuore. Ora vivo in Spagna e faccio la cameriera. Credo sempre nell’amore, non è una cosa che stiamo considerando adesso, non è la mia priorità al momento. Bisogna curarsi, amarsi, prima di riuscire ad amare gli altri”. In fondo non poteva tenersi questo cambiamento per sé? C’era bisogno di tornare in tv? La cosa che ci preoccupa di più infatti non è tanto che non sia più suora, Dio è buono e la terrà sempre con sé: è il fatto che abbia detto di voler rilanciare la sua carriera musicale…