Suor Paola è intervenuta in qualità di ospite ai microfoni di “Oggi è un altro giorno”, trasmissione di Rai Uno condotta da Serena Bortone. Immancabilmente, all’inizio della puntata sono stati rinverditi i fasti della sua esperienza di inviata dallo stadio per “Quelli che il calcio“, all’epoca presentato da Fabio Fazio.



Lei si occupava di fare giocare a pallone i bambini delle baracche che c’erano in zona stadio “Olimpico” e un giorno pensò di andare a chiedere magliette e materiale tecnico ai club di Serie A: La Roma mi rispose: ‘A sore’, mica famo beneficenza!’. Ero andata fino al circo Massimo senza ottenere nulla. Poi sono andata a vedere al campo di allenamento della Lazio. C’era Maestrelli… Mi fece avere due o tre sacchi di magliette. Adesso quei bimbi sono uomini e mi aiutano ad accompagnare i bambini della casa famiglia e li assistono mentre fanno i compiti”.



SUOR PAOLA E LA SCELTA DI DIVENTARE SUORA: “MIA MAMMA NON VOLEVA, LANCIÒ SASSI”

Ancora a “Oggi è un altro giorno”, Suor Paola ha ripercorso le tappe della sua vita che l’hanno portata a diventare suora: “Mia mamma mi mandò a studiare a Roma. A un certe punto mi prese questo desiderio perché studiavo dalle suore. Un giorno le vidi correre sopra e sotto le scale, agitatissime perché arrivava la generale. Era una donna piccola, curva, che aveva lasciato il suo Paese, la Slovenia, perché i comunisti avevano chiuso tutte le case delle suore. Quando vidi questo e vidi la sua umiltà, mi decisi a farmi suora. Mia madre corse dalla polizia, tirò i sassi sulle finestre: arrivarono i poliziotti a prendermi, perché avevo 20 anni ed ero minorenne a quell’epoca”.

Quando divenne suora, Suor Paola visse un’esperienza complicata: “Mi vestii come una sposa, c’erano i parenti di tutti i ragazzi che si facevano suore, io non avevo nessuno con me. Ero tristissima. Entrai in chiesa e dopo che c’è stata tutta la cerimonia mi arrivò la chiamata dal tribunale dei Minori. Convocarono me e la madre superiora”.