SUOR SIMONA BRAMBILLA È IL NUOVO CAPO DEGLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA: IL PRO-PREFETTO È UN CARDINALE
Sarà Suor Simona Brambilla la prima donna nella Chiesa Cattolica a capo di un Dicastero, nello specifico quello che gestisce gli ordini consacrati: l’annuncio è arrivato dalla Santa Sede nel bollettino della Solennità dell’Epifania, poco prima che Papa Francesco in San Pietro celebrava la venuta dei Re Magi davanti alla Santa Famiglia di Dio. Per la religiosa missionaria che già ricopriva il ruolo di segretario del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, la novità che è anche un primus storico: Papa Francesco ha nominato la prima responsabile di un Dicastero in Vaticano, come diretta conseguenza della riforma inserita nella Costituzione Apostolica “Praedicate Evangelium”.
Prefetto sarà dunque Suor Simona Brambilla, per il ruolo di pro-prefetto invece è stato scelto il cardinale Angel Fernandez Artime, fino ad oggi rettore della Società Salesiana di San Giovanni Bosco. Tornando ad un breve “identikit” della religiosa classe 1965, la nuova protagonista delle nomine vaticane è attualmente superiora generale delle Missionarie della Consolata in Italia, ma era già stata segretario generale del Dicastero che si occupa degli ordini consacrati. Già in quel ruolo aveva “sfiorato” il record, anticipata solo da Suor Alessandra Smerilli che dal 2021 è segretaria del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale: con la nomina però a Prefetto della Vita Consacrata, Suor Brambilla diviene pari grado dei responsabili diretti di tutti gli altri Dicasteri vaticani. Come informa la stampa vaticana, Suor Simona Brambilla da infermiera professionale venne folgorata dalla vocazione, divenuta missionaria con la consacrazione presso l’ordine delle Suore della Consolata. Già nel 2019 era stata nominata tra le prime 7 donne alla guida della segreteria in altrettanti Dicasteri: non un “simbolo”, ma un semplice riconoscimento della competenza e del lavoro svolto negli anni di “apprendistato” nell’importante guida responsabile di un ordine consacrato.
PAPA FRANCESCO E IL RUOLO DELLE DONNE NELLA CHIESA: I DATI E LA VALORIZZAZIONE NEL “SEGNO DI MARIA”
«La grandezza e il ruolo delle donne debbono essere maggiormente valorizzati nel Popolo di Dio»: lo diceva Papa Francesco dell’intervento dello scorso 8 marzo 2024 presso il convegno “Donne nella Chiesa, artefici dell’umano”, in occasione della Festa della Donna. Dopo aver spiegato più volte che il ruolo delle donne nei vari ambiti della Santa Chiesa di Gesù non deve divenire uno “scontro teologico” o dottrinale: non c’è discriminazione, la Chiesa in primo luogo «è donna figlia, sposa e madre».
In passato nella gestione della Santa Sede erano però rare le figure femminili a livello apicale, con il Magistero di Francesco qualcosa è cambiato: prime le religiose (o anche laiche) come segretarie di alcuni dicasteri, ora con Suor Simona Brambilla l’ambito incarico di Prefetto del Dicastero per la Vita Consacrata. Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dal Vaticano, vi è una rinnovata percentuale di donne incaricate in ruoli apicali all’interno della Santa Sede: si passa dal 19% al quasi 24% del complesso, con nuovo impulso dato dalla riforma del Vaticano nel 2022 voluta fortemente da Papa Francesco,
Al di là di Suor Raffaele Petrini (segretario generale del Governatorato) e Suor Smerilli, così come Barbara Jatta come direttrice dei Musei Vaticani, è con questa nomina di Suor Simona Brambilla che la Chiesa apre ulteriormente ad un passo in avanti nella presenza femminile nella Chiesa vissuta sempre più come “sposa” e “madre”. La figura di Maria, il suo Sì totale alla venuta del Dio nel mondo, è l’esempio e modello di tutto, non solo per le “donne” in quanto tali ma per l’intero popolo di Dio: come spiegava ancora Papa Francesco nell’intervista alla tv messicana “Televisa”, la donna «è colei che fa il mondo bello, danno speranza e fondamento della Chiesa». Allontanando le accuse di “maschilismo” eccessivo, o di rinnovato “femminismo” per contrastarlo, il Santo Padre ha spesso ricordato che la presenza delle donne in Vaticano è un cambiamento fortemente voluto e in linea con il pieno rapporto tra la Chiesa di oggi e il mondo circostante. Nel confronto lo scorso ottobre con i Gesuiti di Belgio, Olanda e Lussemburgo, il Papa ha insistito più volte sull’apertura al dialogo con tutti e attraverso tutti, chiedendo di comprendere al meglio che la Chiesa in primis è “donna” e non vi è nessun problema o scandalo in ciò.