La suora italiana Giuseppina Berti, di anni 75, è stata espulsa dall’Iran. La nazione dove la stessa si è ritirata in pensione, precisamente ad Ispahan nella casa della Congregazione delle Figlie della Carità, ha deciso di non rinnovarle il visto, così come riportato da Vaticannews.it. Una decisione che potrebbe avere ripercussioni sull’altra consorella che si trova in Iran, la 77enne di origini austriache Fabiola Weiss, il cui visto scadrà invece fra un anno. Un vero e proprio smacco il “foglio di via”, tenendo conto che le due religiose hanno dedicato la propria vita a curare i malati iraniani, senza distinzione alcuna, e che ora dovranno abbandonare la casa della Congregazione costruita nel 1937.



“Con la partenza delle religiose – commenta Vaticannews – si verrebbe a perdere definitivamente la presenza della Chiesa cattolica latina a Ispahan. C’è da augurarsi – aggiunge – che le autorità iraniane tornino sui loro passi e riconsiderino la decisione presa, permettendo alle suore di concludere la loro vita in questa terra che hanno tanto amato e servito con sacrificio e dedizione”. A Ispahan le Figlie della Carità si erano dedicate per anni anche alla formazione e all’istruzione dei giovani, senza dimenticarsi dell’impegno nei confronti di centinaia di bambini polacchi rifugiati, che giunsero in Iran nel 1942, durante la seconda guerra mondiale.



SUORA ITALIANA ESPULSA DALL’IRAN: ORA RESTANO SOLO TRE SORELLE

Per anni le religiose hanno gestito una grande scuola, poi confiscata dopo la storica rivoluzione islamica del 1979, mentre negli ultime tempi le due suore non svolgevano alcuna attività esterna, evitando così di venire accusate di fare proselitismo. La casa delle suore, ricorda ancora Vaticannews.it, è l’unica realtà della chiesa cattolica a Ispahan, e la loro cappella, eretta nel 1939, è anche la sede della Parrocchia “Vergine Potente”, dove occasionalmente si svolge la Messa. In Iran vi sono complessivamente circa 3.000 fedeli, ma con l’addio delle due suore di Ispaharan rimarrebbero soltanto le tre sorelle di stanza a Teheran.

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