Hanno ricevuto una diffida formale da parte della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza le suore di clausura di Pienza (Siena), in particolare la madre superiora Diletta Forti, a cui è stato revocato il titolo di Abbadessa. Le tredici monache benedettine del “Maria Tempio dello Spirito Santo”, si legge nel documento ufficiale, “hanno posto in essere una serie di comportamenti totalmente disallineati con la loro scelta di vita, in aperta violazione con le norme regolatrici del Codice di Diritto Canonico e del loro Ordine cui, per loro libera scelta, hanno prestato sincera ed incondizionata obbedienza”.



A renderlo noto è stata la medesima diocesi, che ha riportato le dichiarazioni dell’avvocato Alessandro Pasquazi. Nell’atto contro le suore di clausura di Pienza, pubblicato dal quotidiano “Avvenire”, viene anche riportato che “a donne o uomini che decidano, liberamente e consapevolmente, di abbracciare la via religiosa, non è certamente consentito contestare pubblicamente e attraverso ‘comunicati’ legittimi atti assunti dalla Sede Apostolica eseguiti in conformità del diritto. La stessa Federazione Picena delle Monache Benedettine si rammarica di questi atteggiamenti e invita fraternamente al rispetto delle regole monastiche.



SUORE CLAUSURA DI PIENZA DIFFIDATE DALLA DIOCESI: “SI CERCHI UNA VIA DI DIALOGO”

Adesso, ciò che tutti si domandano, è: cosa succederà alle tredici suore di clausura di Pienza? Quali effetti avrà su di loro la diffida diocesana? “Avvenire” riporta che, ciò che la diocesi auspica, è un percorso che conduca a una soluzione della problematica capace di mettere d’accordo tutti: Si cerchi una via di dialogo che possa far compiere a ciascuno le scelte più giuste per salvaguardare la vocazione di ognuno e il carisma della comunità”, conclude la nota.



Nei giorni scorsi, le suore di clausura di Pienza avevano effettuato critiche pubbliche nei confronti di alcune disposizioni assunte dalla Santa Sede a seguito di una visita apostolica, contestando soprattutto la sostituzione della madre superiora.