Con la crescita dei contagi anche in Italia, seppur in forma minore rispetto ad altri Paesi in Europa, il Governo studia strade e scenari molteplici per non dover tornare ad un rigido inverno fatto nuovamente di restrizioni e divieti: come confermato dal sottosegretario alla Salute Costa e dal Ministro del Lavoro Orlando negli ultimi giorni, è allo studio una sorta di “super Green Pass” che possa consentire un “aggiornamento” alle attuali regole inerenti al certificato verde anti-Covid.



Mentre tra i partiti si discute ancora sull’obbligatorietà del pass per l’accesso al lavoro, i “modelli” Austria e Berlino – dove il tasso di vaccinazione è più basso del nostro e dove il livello dei contagi è molto alto – indicano una strada che alcuni esperti ritengono giusta: concedere Green Pass solo a vaccinati e guariti, dunque impedendo l’accesso a determinate attività ai “soli” tamponati. Fonti di Governo contattate da “Porta a Porta” hanno confermato che l’ipotesi del “super” Green Pass potrebbe essere ipotizzata non per le attività inderogabili (lavoro, salute, alimentari) bensì per quelle del “tempo libero”.



SUPER GREEN PASS, È POSSIBILE?

Con il timore dei più dubbiosi di una sorta di obbligo vaccinale “mascherato”, l’ipotesi del “super” Green Pass prevederebbe: attività non indispensabili (cinema, teatro, stadio, ristoranti) consentiti solo a chi è vaccinato, anche perché «il tampone rapido si è rivelato un punto debole del sistema, almeno il 30% sono falsi negativi» come ha spiegato il consulente del Ministero della Salute Walter Ricciardi. Quello che è conosciuto in Austria con la dicitura di “lockdown per i non vaccinati” sarebbe nei fatti quanto previsto dal possibile prossimo “super Green Pass”: «chi non si è vaccinato e non è guarito dal Covid-19 deve essere impedito nell’accesso a determinate attività», ha proposto anche il governatore altoatesino Arno Kompatscher, «Abbiamo chiesto a Roma di consentire vantaggi per i vaccinati, come già avviene in alcuni paesi europei con la regola 2-G» (nome che prende dal tedesco “Geimft”, vaccinato, e “Genessen”, guarito). In questo modo la possibilità del tampone per ricevere il Green Pass rimarrebbe valida solo per recarsi al lavoro e poco altro. Di contro, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio esclude per il momento l’adozione, «Da noi la comunità scientifica non sta discutendo questa misura», gli fa eco anche il coordinatore del Cts Franco Locatelli, «Sia in termini concreti operativi sia per quanto riguarda la compatibilità con i diritti costituzionali, penso sia alquanto problematica quindi non credo sia una soluzione proponibile nel nostro Paese». Di diverso parere invece l’infettivologo Matteo Bassetti che a “Tagadà” su La7 spiega, «Per andare al cinema, teatro, stadio, palestra, bisogna essere vaccinato o guarito. Le altre attività si possono prendere con un green pass normale: prendere un aereo, un treno, andare a lavorare. Sono convinto che questo spingerebbe moltissimo la vaccinazione, per recuperare quel 4-5% che ci manca per arrivare ad un’immunità di sicurezza. Mentre austriaci e tedeschi hanno introdotto il super green pass, “noi aspettiamo. Cosa aspettiamo, vedere gli ospedali pieni?». Con la terza dose in arrivo per gli over40 dal primo dicembre si aspetterà a capire quale sarà l’adesione: se però i contagi dovessero continuare a salire e le terze dosi a non accelerare come dovuto, allora il “super” Green Pass potrebbe divenire ben più di una ipotesi.