Non hanno, per ora, il passo delle medio-piccole, alle prese con mille intrecci di mercato, però stanno alla finestra in attesa del colpo giusto. E la posizione occupata in classifica, evidentemente, esercita il suo peso sull’evolversi delle trattative. E’ il mercato delle grandi, che sembrano sonnecchiare. Sembrano…
Il colpo, quello vero, è già stato messo in cassaforte, con soddisfazione delle parti in causa. Antonio Cassano è il fiore all’occhiello del mercato invernale rossonero e al momento sembra difficile ipotizzare un altro innesto altrettanto “forte” in una rosa già importante. Adriano Galliani, peraltro, ha un gruzzoletto da spendere: i 4 milioni ricavati dalla cessione di Ronaldinho al Flamengo sono cifra adatta a un investimento, magari anche per strappare una semplice opzione in vista di giugno. Intanto sono state messe le basi per l’esterno David Coentrao del Benfica (dove il ds Manuel Rui Costa avrà sempre il cuore un po’ tinto di rossonero) e per il centrocampista Mark van Bommel del Bayern Monaco, cui è legato da un contratto in scadenza a giugno. L’agente Mino Raiola, che col Milan ha praticamente chiuso “sulla parola” l’affare Balotelli per la stagione che verrà, non sembra così pessimista e già oggi possono arrivare importanti novità in proposito. Il nome più affascinante, proabilmente, resta quello di Philippe Mexes, bloccato alla Roma dall’attesa per un passaggio societario di consegne che, peraltro, rischia di risolversi non prima di giugno.
La società nerazzurra, in ossequio alle sacre leggi del fair play finanziario voluto da Michel Platini in persona, non spenderà tanto come nel passato. E Leonardo, come del resto Rafa Benitez, dovrà farsene una ragione. Quello anticipato di Andrea Ranocchia dal Genoa rischia di diventare l’unico arrivo in casa Inter per quanto riguarda la finestra invernale del mercato. Del resto, è lo stesso profilo del nuovo allenatore a “suggerire" di proseguire sulla strada del consolidamento dell’organico più che di una vera rivoluzione: Leo “predica" un calcio divertente, senza tensioni e dunque pare difficile immaginare che un bel giorno si svegli pretendendo un colpo monstre dal suo datore di lavoro. I nerazzurri, inoltre, sono in rimonta sui “cugini" rossoneri e, a meno di un colpo di scena, anche l’obiettivo Sanchez sarà al centro di semplici contatti, fitti pour parler, ma non di più. La sensazione, tuttavia, è chiara: meglio se l’Inter riuscirà a strappare un’opzione per il cileno dell’Udinese, prima che su di lui si avventino due colossi del calibro dello Zenit di Luciano Spalletti (a “caccia" in Italia in questi giorni…) e del Manchester United. Benintesi: l’Inter di Massimo Moratti non ha nulla da invidiare alle rivali in tema di “fondi". Ma il presidente si è “calmato", eccome se si è calmato…
Tra uscite ed entrate, il mercato bianconero stenta ad entrare nel vivo. Però la tifoseria mugugna, sta iniziando a stufarsi di un mercato che procede a strappi. Detto che l’arrivo immediato di Luca Toni ha comunque rappresentato una risposta a chi temeva di trovarsi al cospetto di una società in sonnolenza, Beppe Marotta dovrà convincere Andrea Agnelli ad aprire i cordoni della borsa. Compito oltremodo improbo, a meno che la società di corso Galileo Ferraris non riesca a vendere almeno un paio di pedine. Altrettanto difficile se non impossibile, tuttavia, è recuperare i 23 milioni sborsati per l’ingaggio di Amauri, che continua ad avere mercato sebbene voglia comunque dare una dimostrazione del suo valore prima di essere eventualmente ceduto. A un passo l’arrivo di Andrea Barzagli: accordo con il giocatore manca il sì del Wolfsburg.
L’altro indiziato alla partenza è Momo Sissoko, pagato a suo tempo 12 milioni. Due plusvalenze irraggiungibili, si direbbe, ma la coppia Marotta-Paratici farà il possibile. Girano, poi, i nomi di Giuseppe Rossi, Maxi Lopez e Diego Forlan: scommettere sul loro arrivo entro la fine del mese è impresa ardua. Ai tifosi bianconeri resta la speranza di una sorta di miracolo, in attesa che la ruota giri già nella seconda metà di un campionato con soddisfazioni ridotte al lumicino.