Come essere licenziato e poi riassunto nelle 24 ore più imprevedibili della tua vita. Walter Mazzarri potrebbe scrivere un libro sulla “disavventura” che l’ha visto protagonista il giorno dopo la conclusione del campionato più spettacolare negli ultimi vent’anni di storia del Napoli. Il pareggio di domenica sera con la Juve, condito dalla notizia di esser stato già allontanato da Aurelio De Laurentiis, il susseguirsi dei rumours di mercato che davano il patron sempre più deciso a optare per Gian Piero Gasperini, il summit alla Filmauro di Roma, lì dove si decidono i destini di starlette di cinema e pallone, la convocazione di Bigon e Mazzarri, la fumata bianca in prima serata: frammenti di un giorno in cui, di sicuro, non tutti potranno dirsi vincitori. Anzi, per avere delucidazioni in merito, prego rileggere il comunicato diffuso dal Napoli a corredo della ritrovata intesa. Si parla di “rapporti interpersonali rafforzati”, di “basi gettate per una nuova collaborazione”, ma soprattutto “sempre nel rispetto del fair play voluto da Michel Platini”. E qui sta il punto: De Laurentiis è medaglia d’oro per il modo in cui ha gestito la situazione dal punto di vista di chi investe denaro e, dunque, comanda da par suo, anche con la lucidità di capire che il tentativo di licenziare il suo principale dipendente per “giusta causa” avrebbe potuto obbligarlo a versare 4 milioni netti per i due anni del contratto in mano all’allenatore.

 

Oro leggermente stinto al ds Riccardo Bigon che, al culmine di un vertice nel corso del quale non sono mancati momenti di tensione (il dirigente ha rivendicato, oltre alla rilevanza del lavoro svolto da Mazzarri, anche l’importanza del suo operato nella stagione appena andata in archivio: pare sia stato anche tentato di dare le dimissioni…); argento, se non bronzo al tecnico di San Vincenzo, che resta al timone di una squadra destinata a rinforzarsi, ma non nella misura da lui richiesta. Ora comandano De Laurentiis e Platini, con tanti saluti a due sconfitti: Mazzarri, già, ma pure Gasperini che, nel frattempo, ha dovuto avvertire Maurizio Zamparini: «Presidente, io non ho firmato nulla col Napoli». E così la giostra ricomincia a girare. Ma siamo così sicuri che il Gasperson rossoblù riuscirà a spuntarla alle pendici del Monte Pellegrino?