Anche se Poste Italiane ha ripreso gli acquisti dei crediti legati ai bonus edilizi, l’indebitamento delle famiglie che hanno tentato di sfruttare l’agevolazione del superbonus 110% resta crescente. Per questo motivo è nata una discussione nel governo tra chi vuole la proroga del superbonus ad aliquota piena pari al 110% e chi invece vorrebbe la riduzione al 70% entro il 2024. Cosa accadrà?
Superbonus 110% 2024: lo scontro nel governo per la proroga di tre mesi
Poste Italiane ha ripreso gli acquisti di crediti legati ai bonus edilizi con alcune restrizioni, ma i contribuenti hanno l’opzione di “remissione in bonis” per vendere crediti d’imposta. In questa situazione il Ministro Giorgetti si dice contrario aduna proroga al 31 dicembre dell’aliquota piena, ma Forza Italia spinge almeno per una proroga che possa riguardare i condomini ancora coinvolti nei lavori. Ed infatti i lavori da completare sono ancora di 12 miliardi di euro per 20 mila condomini, anche se a settembre i lavori da parte dei condomini avevano raggiunto il 74,7% di avanzamento. A questo punto si ritiene che non sia vincolante la promessa fatta dal governo su richiesta di Forza Italia di una proroga di altri tre mesi per i condomini che hanno già iniziato i lavori. Se invece il governo dovesse cedere alla richiesta, la proroga potrebbe finire nella prossima legge finanziaria o in leggi di conversione entro il 31 dicembre 2023.
Superbonus 110% 2024: ecco perché potrebbe essere compromesso
In totale, tra blocco delle cessioni del credito e modifiche alla normativa con altri termini inseriti, le famiglie in difficoltà sono 350 mila. Ciò potrebbe compromettere il superbonus al 110%. Nella situazione attuale va a decadere anche l’idea di creare una piattaforma dedicata ai crediti che poteva risolvere la questione principale riguarda le detrazioni del Superbonus accumulate sulle spese del 2022, che invece potrebbero rimanere inutilizzate.
Anticipando anche le scelte del governo, seppur con una platea più ristretta dovuta all’introduzione di parametri che riguardano solo il primo cessionario, Poste Italiane ha ripreso l’acquisto dei crediti legati ai bonus edilizi. L’opzione di “remissione in bonis” permette ai contribuenti di continuare a vendere i crediti d’imposta, ma richiede la comunicazione delle cessioni dei crediti e degli sconti in fattura relativi alle spese del 2022 entro la fine di novembre, con l’applicazione di una sanzione di 250 euro per ogni operazione di compravendita.