Il Superbonus 110% sulla ristrutturazione edilizia non è ancora operativo ma già preoccupa i professionisti. Lo specifica oggi Il Fatto Quotidiano soffermandosi in particolare sulla questione assicurazioni. Nelle ultime settimane si è generato un mercato assicurativo affinchè si eviti che il vantaggio per i cittadini si trasformi in un vero e proprio salasso per lo stato. “Si è aperto un mercato – spiega Maurizio Postal, consigliere dell’Ordine dei commercialisti con delega alla fiscalità – dove stanno lavorando banche, assicurazioni, gruppi professionali, le big four della revisione come Price, Deloitte, Kpmg. Tutti stanno tentando di mettere assieme l’aspetto tecnico, tributario e finanziario per offrire un prodotto integrato soprattutto ai condomini che saranno la fetta più rilevante del mercato”. Postal spiega che la norma è “complicatissima” e al suo interno prevede anche la richiesta di un’assicurazione per certificare il credito. Non viene però specificato quali attività dovranno essere coperte, e soprattutto, quali importi.



SUPERBONUS AL 110%, CRUSI: “SERVE UN PROTOCOLLO”

“Il tema – spiega sempre al Fatto, Massimo Crusi, coordinatore Dipartimento Riforme e politiche per la professione del Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, riferendosi al Superbonus al 110% – è di creare un sistema di riferimento che consenta alle compagnie assicurative, ai professionisti e ai committenti e anche allo Stato di avere la garanzia di sottoscrivere una polizza che sia nelle condizioni di assicurare l’interesse pubblico dell’intervento. Se noi lo lasciamo libero al mercato – aggiunge – avremo diecimila polizze diverse che tendenzialmente potrebbero coprire alcune attività professionali e non altre”. E così che da settembre l’ordine degli architetti chiede al governo un protocollo per capire come agire. “Con un protocollo quadro – specifica Crusi – si garantirà l’attività professionale che potrebbe anche non sfociare nel credito d’imposta. Il che sarebbe un vero problema per tutti perché nel momento in cui non si dovesse arrivare al credito d’imposta, chi garantisce chi? Per quanto si è garantiti? Per come? E’ nell’interesse generale di tutti: io professionista sono magari convinto di essere garantito e poi invece può accadere che devo rispondere con il mio patrimonio personale”.



SUPERBONUS AL 110%, LE LAMENTELE DI CONFARTIGIANATO

“Lavoriamo su una prassi già esistente – ha proseguito Postal dell’Ordine dei commercialisti – ma anche a livello della nostra categoria dobbiamo verificare la capienza e l’idoneità contrattuale di queste polizze che ci coprono perché se si fanno dieci visti di conformità, magari il massimale che abbiamo in queste polizze non è sufficiente o adeguato. Va fatta una verifica contrattuale”. Sulla vicenda si è espressa anche Confartigianato, secondo cui è necessario offrire strumenti adeguati in particolare alle piccole imprese che hanno ancora molte difficoltà ad accedere il credito: “Il bonus al 110% – le parole di Bruno Panieri – è una grande opportunità che bisogna certamente far funzionare, una misura ad alta intensità di agevolazione in grado di rimettere in maniera consistente in moto un mercato che ha una criticità pre-Covid che è tutto il comparto della casa e dell’edilizia con annessi e connessi. Non possiamo però nascondere l’esistenza di alcune complessità che sono state introdotte nel meccanismo, in qualche modo eccessive, ma legate al fatto che stiamo parlando di una misura che ha addirittura una premialità rispetto al costo che il committente sostiene per riqualificare una casa. Probabilmente la solita logica della presunzione di colpevolezza e della prevenzione delle truffe ha reso un po’ troppo stringente il meccanismo di verifica e controllo”.

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