La detrazione del superbonus 110% sarà portata dagli attuali 5 anni a 10 anni e quindi vi sarà più tempo per poter godere dello sconto fiscale del bonus edilizio più contestato di sempre.
Superbonus 110%: proroga a 10 anni per i crediti
Infatti è stata ampliata la categoria relativa alle esenzioni per il divieto delle cessioni, questo darà maggiori libertà a coloro che sono riusciti ad ottenere la concessione del bonus edilizio, volto all’efficientamento energetico dei fabbricati già esistenti. Le norme sulle barriere architettoniche invece avranno ancora le stesse modalità di fruizione, relativamente alla detrazione e alla cessione dei crediti.
E quanto è stato previsto da alcuni emendamenti approvati dal Ministero dell’Economia e delle finanze che passeranno poi alla commissione finanze della camera per i voti sulle correzioni da inserire nella legge di conversione del decreto legge 11/23, il cosiddetto decreto blocca crediti.
Inoltre l’emendamento di Andrea De Bertoldi, di Fratelli d’Italia, punta a dare più tempo ai contribuenti che vogliono comunicare le cessioni attraverso un percorso di remissione in bonis.
Grazie all’emendamento 2041 sarà possibile manifestare il proprio interesse con l’istituto di credito anche solo una volta, per poter poi formalizzare la cessione, quindi sarà possibile anche oltre il termine del 31 marzo 2023 trasmettere all’Agenzia delle Entrate una comunicazione pagando una sanzione dimora da 250 euro.
Superbonus 110%: proroga per le villette
Come sappiamo le categorie che ancora possono usufruire del superbonus 110% sono attualmente oggetto di discussione in merito all’eventuale proroga al 30 settembre per i proprietari di villette che abbiano effettuato almeno il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022.
Invece si approverà l’emendamento che riconosce la permanenza delle regole precedenti al decreto blocca crediti, per tutti i lavori di edilizia libera che sono stati concordati entro il 17 febbraio attraverso autocertificazioni delle date relative a mente a contratti oppure alle date dei bonifici per l’acquisto dei materiali.
Poi ci sarà il pagamento di una quota dei crediti incagliati e attualmente tenuti in cassa dalle banche attraverso gli F24: si tratta di uno stock che potrebbe superare i 20 miliardi di euro.