Il tanto contestato Superbonus 110% introdotto dall’ultimo governo Conte, rischia di essere un vero e proprio salasso per le casse dello Stato e quindi per gli italiani. Come si legge su Dagospia, riportando un articolo de Il Foglio, eravamo già a conoscenza del fatto che, (apprendendo il tutto dalla Ragioneria generale), la spesa era stata superiore di 45 miliardi di euro rispetto alle stime previste, passando dai 71 miliardi di euro iniziali fino ai 116. Si tratta di un ultimo aggiornamento che ovviamente non può che far storcere il naso e che fa comprendere quanto l’iniziativa, se avesse da una parte un fine nobile, sia un po’ sfuggita di mano.



Ma non finisce qui perchè sempre Il Foglio sottolinea un altro aspetto spinoso di questa vicenda, un ulteriore salasso come ultimo “regalo” del Superbonus. Si tratta di un rischio che viene presentato alla pagina numero 75 della Relazione sul Pnrr che è stata presentata negli scorsi giorni dal ministro Fitto, e da cui si evince come, il 19 aprile scorso, in occasione di una riunione con la Commissione europea sugli obiettivi del Pnrr del primo semestre 2023, i tecnici del ministero dell’Ambiente abbiano “chiesto alcune modifiche per evitare l’ineleggibilità di alcune tipologie di spesa” legate ai bonus edilizi.



SUPERBONUS 110%: “DALLA RELAZIONE DEL MINISTRO FITTO EMERGE UNA SORPRESA…”

In poche parole, specifica ancora il quotidiano diretto da Claudio Cerasa, emerge il fatto che “per i parametri della Commissione molte sostituzioni di caldaie finanziate con l’Ecobonus non rispondono ai requisiti del Recovery. Ennesima dimostrazione di come aver ceduto alle pressioni grilline per inserire in modo imponente i bonus edilizi nel Pnrr sia stato un errore da parte del governo Draghi”.

Un errore che potrebbe costare caro; bisognerà infatti fare chiarezza su questi aspetti il prima possibile, fa notare ancora la Relazione di Fitto, in quanto: “è molto rilevante dato che la misura ha un costo imputato al Pnrr pari a 15 miliardi di euro che, in caso di non ammissibilità, inciderebbe negativamente in misura significativa sul bilancio dello stato”.