Il settore delle costruzioni ha conosciuto nel primo semestre del 2022 una rilevante fase di espansione, contribuendo in maniera consistente all’extragettito fiscale certificato dal ministero dell’Economia e delle Finanze in 14,3 miliardi di euro, un terzo del quale è stato generato dagli interventi finanziati dal Superbonus 110%. Si tratta di 1 miliardo e 374 milioni di gettito Iva e 2 miliardi e 845 milioni di gettito Irpef. Ne abbiamo parlato con il Presidente del Comitato Mezzogiorno e Isole di ANCE Giovan Battista Perciaccante.
È ancora così Presidente Perciaccante?
La spinta del Superbonus si è confermata anche ad agosto. Il monitoraggio Enea-Mite-Mise, evidenzia ben 243.907 interventi legati alla misura, per un ammontare di 43,7 miliardi di euro, di cui 30,5, ovvero il 71%, già realizzati.
Nonostante questo, il settore continua a lanciare segnali d’allarme, come mai?
Se i dati citati continuano a evidenziare un trend di crescita, il tasso è decisamente inferiore ai mesi precedenti. Questo rallentamento lo si nota in particolare per i condomini.
Quali le cause?
Essenzialmente due. La corsa, da parte delle imprese, per certificare entro il prossimo 30 settembre la realizzazione di almeno il 30% dei lavori sulle villette e sulle unità indipendenti, in modo da intercettare la proroga del superbonus al 31 dicembre 2022 e i condomini, che da soli rappresentano il 48% degli investimenti complessivi, penalizzati dalla stasi degli acquisti dei crediti fiscali.
Pertanto le correzioni apportate dal DL Aiuti-bis non sono state sufficienti?
Il settore edile si dibatte in un paradosso. Nonostante continui a creare Pil, occupazione ed extragettito fiscale, le imprese del comparto rischiano di trovarsi strozzate per la mancanza di liquidità derivante dalla impossibilità a poter cedere i crediti fiscali maturati a seguito della realizzazione dei lavori di Superbonus. Proprio per questo è fondamentale attivare la cosiddetta quarta cessione, che, essendo stata allargata, può valere da sola 100 miliardi l’anno.
Cos’è che la frena?
L’attenuazione della responsabilità solidale nella cessione dei crediti ai soli casi di dolo e colpa grave non è bastata a tranquillizzare gli operatori. Resta il freno introdotto dalla Agenzia delle Entrate che prevede, per chi acquista i crediti, un livello di diligenza parametrato alla sua capacità professionale. Abi e Ance stanno sollecitando l’Agenzia a rivedere tale posizione perché non più coerente con le previsioni normative secondo cui, il secondo acquirente, non è tenuto a ripetere l’istruttoria già fatta dalla banca. Solo così si rimetterebbero in movimento gli acquisti dei bonus.
Cosa risponde a chi addebita al Superbonus l’impennata dei prezzi?
Nell’ultimo anno e mezzo si è registrata un’impennata dei prezzi delle materie prime, dei materiali e delle apparecchiature e il settore delle costruzioni è quello che ne sta subendo le maggiori conseguenze. Le imprese, infatti, hanno sottoscritto contratti sulla base di computi metrici i cui prezzi sono risultati in breve tempo largamente sottostimati. Semmai, questo ha comportato un’importante erosione dei margini di remunerazione delle aziende, con molti committenti che non hanno accettato il previsto adeguamento dei prezzi dando vita a lunghi contenziosi legali.
In conclusione che giudizio dà di questa misura?
Il Superbonus ha dimostrato di essere una misura molto efficace per l’intera economia. Con un quadro normativo stabile, sarebbe opportuno rendere strutturale tale misura che va nella direzione dell’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare con edifici meno energivori, meno inquinanti, più sicuri e più efficienti.