La parola d’ordine del fisco è l’oculatezza e così scattano i controlli anche per il beneficiari del superbonus 110% che non hanno inviato nei termini il Docfa e adesso rischiano sanzioni e accertamenti di vario genere. In particolare sotto la lente d’ingrandimento sono finiti coloro che, oltre ad avere usufruito del superbonus 110%, hanno anche effettuato dei lavori di frazionamento o di cambio di destinazione d’uso dell’immobile così da poter usufruire delle agevolazioni.
Superbonus 110% e controlli: occhio sui frazionamenti
In questi casi infatti, anche se l’azione intrapresa dal contribuente è illecita, può configurarsi qualche elemento di abuso del diritto, così come specificato dall’agenzia delle entrate all’interno della circolare numero 23/2022 per cui lo stesso ente conserva il potere di accertamento in concreto, così come si legge all’interno della circolare in oggetto.
L’amministrazione fiscale può svolgere questo accertamento soltanto quando viene a conoscenza dell’avvenuto frazionamento, un’informazione che dovrebbe ricevere obbligatoriamente tramite il Docfa e che l’intestatario deve presentare il fisco entro 30 giorni dalla data di variazione dello Stato dello stesso immobile.
Superbonus 110% e controlli: l’uso dei dati incrociati per analizzare l’abuso del diritto
Inoltre all’interno del ddl Bilancio, all’articolo 21, si fa proprio riferimento al Docfa prevedendo che “l’Agenzia delle Entrate, con riferimento alle unità immobiliari oggetto di interventi di cui all’articolo 119 del decreto legge 19 maggio 2020, numero 34,il il cosiddetto decreto superbonus, verifica se sia stata presentata la dichiarazione di cui all’articolo 1 comma 1 e 2 del decreto 701/1994 a cui si riferisce lo stesso decreto bilancio”. Infatti i dettagli tecnici di redazione del Docfa viene regolato per sé dall’articolo 20 del regio decreto di legge 652/1939.
La lettura dell’articolo 21 del decreto bilancio quindi cerca di scandagliare alcune liste elaborate con l’utilizzo delle moderne tecnologie di interoperabilità e analisi delle banche dati per individuare i casi di abuso del diritto o per individuare quei casi in cui lo stesso contribuente potrebbe procedere attraverso l’istituto del ravvedimento operoso così da ottenere il recupero delle sanzioni dovute.