SUPERBONUS PASSA DAL 110% AL 90% NEL 2023: LA NORMA IN DECRETO AIUTI QUATER

La detrazione “Superbonus 110%” per rinnovare la classe energetica in condomini e villette cambia definitivamente dal 2023: le ultime notizie comunicate dal Governo Meloni riguardano la scelta di inserire la novità sui bonus edilizi già nel Decreto Energia (Dl Aiuti Quater, approvato ieri in CdM) e non nella prossima Manovra 2023 riguarda la tempestività di norme da far valere subito onde evitare ulteriori complicazioni come già troppe, purtroppo, ne sono avvenute negli ultimi due anni. «Difendo la scelta di intervenire con Decreto Legge per avere immediata chiarezza normativa», ha spiegato stamane in conferenza stampa il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Si passa dal Superbonus al 110% ad una detrazione del 90% per i condomini, introducendo anche l’opzione per le case unifamiliari (“villette”) con specifiche norme e restrizioni. In sostanza se per i condomini che inizieranno i lavori nel 2023 il Superbonus entrerà al 90%, non ci saranno norme “retroattive” su tutti gli altri che hanno cominciato i lavori prima del nuovo anno: non solo, il Governo precisa nel Decreto Energia appena approvato che «Superbonus si applica invece al 110% fino al 31 marzo 2023 per le villette unifamiliari che abbiano completato il 30 per cento dei lavori entro il 30 settembre 2022».



Con questa misura lo Stato arriva a risparmiare circa 4,5 miliardi di euro per l’intero anno prossimo, risorse da destinare in altre operazioni come spiegato dalla stessa Premier Giorgia Meloni in conferenza stampa: «ho condiviso le finalità della misura», sottolinea la Presidente del Consiglio, «ma il modo in cui è stata organizzata ha creato molti problemi e difficoltà». Il peso è di 60 miliardi di euro complessivi, con un buco di circa 38 miliardi rispetto a quanto preventivato: dichiara Meloni, «non ha funzionato che la copertura al 110% del Superbonus ha prodotto una de-responsabilizzazione di chi usava questa misura». Il Governo ha poi chiarito che il Superbonus passa al 90% «tranne per quei condomini che hanno già cominciato i lavori con dichiarazione ufficiale della comunicazione di inizio lavori (la CILA, entro il 25 novembre): con i risparmi di questa riduzione, noi abbiamo deciso di riaprire anche alle case uni-familiari con Superbonus al 90% a patto che si tratti di prima casa e per redditi medio-bassi calcolati non con ISEE ma anche con nucleo familiare. È un primo accenno al concetto di quoziente familiare». Rispondendo indirettamente alle critiche mosse dal M5s di Conte, che quella norma l’ha introdotta tra il 2020 e il 2021, la Premier Meloni ha aggiunto «Segnalo a chi ha detto che si poteva gratuitamente ristrutturare il proprio condominio, che questo gratuitamente pesa sulle casse dello Stato italiano per circa 60 miliardi di euro. Con un buco rispetto alla previsione di circa 38 miliardi».



SUPERBONUS 110%, ULTIME NOTIZIE SU CESSIONE CREDITI E RETROATTIVITÀ: PARLA IL MINISTRO GIORGETTI

Per quanto riguarda i dettagli tecnici della norma approvata dal Governo in Decreto Aiuti Quater, è intervenuto il Ministro dell’Economia Giorgetti che già in Parlamento aveva sottolineato quanto fosse necessario un intervento “selettivo” per modificare l’impianto del Superbonus 110%: «La decisione di concentrare in modo selettivo a favore dei redditi medio bassi è una scelta politica: non si è mai visto nella storia una misura che costasse così tanto a beneficio di così pochi, lo ribadisco. Questa decisione è a favore di chi non si può permettere di ristrutturare. Le cose cambiano da oggi». Come ribadito più volte dal responsabile del MEF, «La misura continua a favore di chi non si può permettere la ristrutturazione della casa: non ci sarà alcun intervento retroattivo, intervento che ha cuore famiglie più bisognose ma anche la finanza pubblica che è poi di tutti i cittadini italiani».



Sul tema delicato dei crediti di imposta concessi nei due anni precedenti, il problema è oggettivo e si pone anche per il futuro immediato del Superbonus (anche se non sarà più al 110%): «i cassetti fiscali sono pieni. Cercheremo di intervenire perché è un problema reale di molte imprese, rispetto allo stock esistente cercheremo e stiamo definendo una via di uscita rispetto alla situazione attuale», sottolinea ancora Giorgetti. Il Ministro dell’Economia ha però sottolineato come «la cessione del credito è una possibilità, non un diritto, e tutti coloro che da ora ne vogliono usufruire hanno la certezza di poterli detrarre dai redditi ma non possono avere la certezza che si trovi una banca o istituzione che accetti i crediti». Giorgetti contesta l’idea “passata” negli scorsi mesi che il credito di imposta «sia sostanzialmente moneta ma non è così, quindi chi deve fare un investimento deve valutare se l’impresa costruttrice o la banca sia disponibile a riconoscere il credito d’imposta perché se non è così devono calcolare il progetto d’investimento in diverso modo». In merito ai crediti già esistenti, ha replicato Giorgetti ad una domanda in conferenza stampa, «stiamo cercando di creare spazio ulteriore per le aziende di credito che hanno manifestato disagio rispetto a una situazione insostenibile che noi cercheremo di correggere, ma il sistema non può continuare così». Prime critiche alla scelta del Governo sul Superbonus 110% arrivano dall’ANCE (costruttori): «l’Associazione dei costruttori edili, pur consapevole della necessità del Governo di tenere sotto controllo la spesa, rivedendo il Superbonus, ritiene che cambiare le regole in 15 giorni significa penalizzare soprattutto i condomini partiti per ultimi, quelli delle periferie e delle fasce meno abbienti che, per avviare i lavori hanno avuto bisogno di tempi più lunghi e di vedere interamente coperti finanziariamente gli interventi».