Il superbonus è stato un grande volano per l’economia che ha salvato le aziende edili in due anni di pandemia, dove cioè il mercato immobiliare e delle ristrutturazioni era essenzialmente fermo. Ma il meccanismo che è stato messo in piedi ha finito per protrarsi anche negli anni seguenti e infatti, tra codifiche, blocchi, cessioni del credito e crediti incagliati, l’esecutivo è sempre costretto a dover rimettere mano alla questione annosa dei bonus edilizi.



Superbonus 90%: corsa alle richieste

Proprio mentre si stanno sbloccando i crediti incagliati di privanti, aziende ed enti locali, l’ultimo attraverso l’acquisizione da parte delle società partecipate in capo alla regione Basilicata che sta per sbloccare almeno 200 milioni di euro (del miliardo complessivo macinato col superbonus) ecco che anche i condomini riprendono fiducia e ricorrono al superbonus anche se l’aliquota per il 2023 è stata ridotta al 90% e non è più al 110%.



Superbonus 90%: tra poco la diminuzione al 70%

Del resto si tratta sempre di un contributo che aiuta a ridurre le spese per l’attuazione dei lavori sia per il rifacimento degli interni con particolare attenzione al miglioramento della classe energetica, sia alla ristrutturazione del condominio, con particolare attenzione anche ai lavori di tipologia antisismica e termica.
Senza questi contributi statali ottenuti in detrazione infatti, i lavori costerebbero moltissimo e il raggiungimento degli obiettivi europei indicato nella direttiva case green sarebbe pressocché irraggiungibile.
Eppure moltissimi condomini hanno deciso di ricorrere all’aiuto anche perchè tra poco, nel 2024, l’aliquota diminuirà di un ulteriore 20% e quindi scenderà dal 90% al 70%.

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