Superbonus assunzioni: ecco perché non centra nulla col “vecchio” superbonus

Fin dai primi momenti dell’insediamento del governo di Giorgia Meloni sono stati chiari gli obbiettivi principali dell’esecutivo: da un lato sostenere le assunzioni e il mercato occupazionale e, dall’altro, la natalità in vertiginoso calo (tanto da noi, quanto nella maggior parte degli altri paesi sviluppati). In direzione del primo obiettivo sono andate diverse misure attuate negli ultimi mesi, a partire dall’eliminazione del Reddito di Cittadinanza e sempre lì andrà a parare anche il (già rinominato dai media) ‘superbonus assunzioni‘, che dovrebbe essere presentato dalla premier stessa nella giornata di lunedì, almeno stando alle indiscrezioni, durante un incontro con i sindacati.



Le certezze sul nuovo superbonus assunzioni (che, fortunatamente, non avrà nulla a che fare con il ‘collega’ 110% sui lavori edilizi) sono ancora poche, ma sempre stando alle indiscrezioni dovrebbe trattarsi di una deduzione del 120% o del 130% per i nuovi assunti, con un particolare occhio di riguardo nei confronti di alcune categorie più ‘svantaggiate’. Non solo, perché secondo il Messaggero sempre lunedì la premier parlerà anche di altri bonus simili (forse tre) per le assunzioni a favore in modo specifico di donne, giovani e residenti nelle Zes, ovvero le ‘zone economiche speciali’. In quest’ultimo caso, dovrebbe trattarsi di una deduzione del 100% a chi assume a tempo indeterminato lavoratori tre le tre categorie elencate, scegliendoli tra i disoccupati o tra i percettori del nuovo RdC.



Arriva il superbonus assunzioni: 130% di sconto sul costo del lavoro per i nuovi assunti

Soffermandoci sulla più importante delle quattro deduzioni, sembra che il superbonus assunzioni privilegerà i datori di lavori che vogliono assumere nella loro azienda: per le assunzioni di personale (per così dire) ordinario, si tratterà di un 120% in meno sul costo del lavoro; mentre se il datore scegliesse le già citate categorie svantaggiate (ovvero donne, giovani, soggetti che beneficiano dell’Assegno di inclusione, ma anche disabili) la deduzione dovrebbe salire al 130%.

Due le condizioni per rientrare nella deduzione (fermo restando che dal punto di vista del lavoratore non sarà necessario fare alcunché): l’azienda deve aver operato per i 365 giorni precedenti al “primo giorno del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023” e il numero di assunzioni a tempo indeterminato deve essere effettivamente superiore a quello registrato lo scorso 31 dicembre. Il superbonus, poi, è dedicato a tutti i titolai di impresa (senza limiti sulla ragione societaria) e agli esercenti artistici e professionali, oltre che ai liberi professionisti, ma non potrà essere richiesto in alcun modo nel caso in cui l’azienda sia in liquidazione. La platea dei beneficiari dovrebbe contare fino a circa 380mila imprese, ma per avere un quadro più chiaro sulla deduzione occorrerà attendere conferme dopo l’incontro Meloni-sindacati.