Le misure stringenti sui controlli al superbonus sono arrivate troppo tardi e le numerose frodi hanno permesso di fare danni economici ingenti, penalizzando soprattutto i contribuenti virtuosi e le imprese oneste. Questo è quanto emerge dopo il vertice e l’audizione al Senato di Bankitalia, in merito alle ultime modifiche al bonus per le ristrutturazioni. Anche se come ammesso dalla Banca d’Italia, l’impatto economico sui conti pubblici è stato enorme, ed il Superbonus ha comunque incrementato imposte e contributi, resta comunque una spesa troppo alta per essere sostenuta dal governo.
Approvazione quindi per le modifiche al regolamento, anche se con riserva per quanto riguarda lo stop totale alle cessioni del credito. Bisogna comunque continuare a sostenere i soggetti che hanno intrapreso l’iter burocratico ed attendono di terminare gli interventi, anche dando spazio, come proposto alle nuove opzioni di recupero crediti tramite F24.
Bankitalia su Superbonus: troppe imprese hanno agito nell’illegalità
Secondo Bankitalia, la maggior parte delle frodi sarebbe avvenuta grazie alla mancanza di controlli preventivi sulle modalità di detrazione. Ma anche a causa delle limitazioni alle cessioni introdotte successivamente dal governo Draghi. Secondo Giacomo Ricotti, a capo della consulenza fiscale di Banca d’Italia, tutte le modifiche e soprattutto alcune decisioni “hanno finito per penalizzare anche le imprese virtuose”. Tutto questo con oneri troppo elevati da parte dello Stato. Quindi anche se il Superbonus ha in qualche modo contribuito al Pil dell’Italia, resterebbe una misura troppo costosa che in questo momento non è più sostenibile dalle casse statali.
La conclusione è che tutti gli investimenti fatti grazie al bonus ristrutturazioni, hanno avuto un “carattere aggiuntivo” questo significa che tali interventi in assenza del beneficio fiscale non sarebbero stati effettuati dai contribuenti. Il danno dunque è già stato fatto, ma secondo Bankitalia, è giusto aver posto un limite per arginare così ulteriori rischi. Nella prima fase soprattutto i controlli sono stati nulli perchè le pratiche erano “prive in origine di un rigoroso apparato di controlli di natura preventiva”,cioè quando ancora non era stata introdotta l’asseverazione obbligatoria le frodi si sono moltiplicate. Con spese ai danni di tutti, e soprattutto penalizzando tutti coloro che hanno agito nella legalità.